Pigliacelli 7.5 – Il migliore in campo, e non è per niente un complimento per il resto della squadra. Nel primo tempo ha il problema del sole accecante, al quale rimedia con un berretto alla Mattolini, oltre a quello del vento molto forte, che lo costringe per forza di cose a rallentare il gioco. Per il resto due interventi degni di nota nel primo tempo, e almeno quattro parate nella ripresa, due delle quali prodigiose.
Antonini 7 – In difesa è il più lucido e attento, sino alla fine. Non perde mai il tempo e la lucidità. Una guida sicura per il reparto arretrato.
Bonini 7 – In difesa non commette errori da segnalare ed in più segna il gol del vantaggio, cercando successivamente anche la seconda rete, ma senza fortuna.
Scognamillo 5 – Sul gol subito non si può parlare di deviazione, perché in ogni caso il tiro di Pyyhtia era diretto comunque in porta. Ma l’errore del difensore giallorosso è comunque grave, perché il suo tocco smorza la traiettoria, spiazzando Pigliacelli e regalando il pari agli altoatesini.
Situm 6.5 – Onestamente, non gli si può rimproverare nulla. Anzi, prova a farsi sentire con le sue volate in progressione. Peccato che il suo impegno sia controbilanciato dall’ imprecisione di chi avrebbe dovuto concludere l’azione.
Pontisso 5.5 – Sempre presente nell’azione, ma la sua propensione offensiva non è al meglio già da qualche partita. Non è il un grande momento di forma. (Dal 76’ Compagnon 6 – Prova a spingere, con qualche interessante spunto offensivo, ma è costretto ad abbandonare il campo in pieno recupero per infortunio). (Dal 95’ Seck s.v.).
Brignola 5 – Ha una buonissima occasione per segnare, ma certamente nella conclusione poteva fare di meglio. (Dal 56’ D’Alessandro 4.5 – Ha l’occasione per segnare, nel finale, ma spreca un “rigore in movimento” calciando alto in maniera frettolosa e sciagurata. Errore che può avere tutti gli alibi che volete, ma inspiegabile per un giocatore della sua esperienza).
Pompetti 6 – Anche in una partita modesta, giocata nella mediocrità a centrocampo e in attacco, il suo contributo sulla mediana è comunque assicurato. Ma stavolta predica nel deserto.
Pagano 5 – Prova a spingere, ma ogni sua azione risente di una preoccupante tendenza all’ esitazione e all’imprecisione. Difetta di personalità e non ha ancora trovato un rimedio a questa sua grave lacuna, alla quale – a questo punto – non si può più neanche attribuire l’ attenuante della giovanissima età. (Dal 56’ Coulibaly 5 – Entrato in campo, ma nei fatti scarsamente presente e per nulla incisivo).
Iemmello 4 – Rigore “calciato” in maniera che imbarazzante significa dire poco. Gliene stanno dicendo di tutti i colori, ma di certo il penalty è stato tutto sbagliato, a partire dalla rincorsa. Un errore tremendo, che lo condiziona, al punto che perde dei palloni di una banalità allucinante, anche a centrocampo. Prestazione da dimenticare, sotto ogni punto di vista.
Pittarello 5 – Non si discute il suo impegno, ma la sua resa in fase offensiva è stata sterile e decisamente molto al di sotto della media.
Mister Caserta 5 – Al ritorno in campo dopo la sosta, il Catanzaro gioca una partita mediocre e senza convinzione su un campo difficile, quello del Sudtirol che lotta per salvarsi, nella parte più bassa della classifica. Il Catanzaro regge in difesa, ma a centrocampo perde quasi tutta la solidità e in attacco sbaglia tutto quello che è possibile, in maniera clamorosa e se vogliamo pure non degna, controvento e poi anche a favore, nella ripresa.
I cambi non hanno aggiunto nulla e hanno anche peggiorato la situazione, stante l’inadeguatezza tecnica e a livello di condizione dei subentrati. Un punto arrivato grazie al portiere, quindi con molta fortuna e senza gloria. In quanto al rigore di Iemmello – a proposito, quattro minuti di consultazione al VAR per un fallo netto e una posizione assolutamente regolare, ma ormai facciamo finta di esserci abituati – c’è da fare una serena riflessione: molti tifosi erano convinti, prima del tiro, che il bomber giallorosso avrebbe potuto sbagliare. E così è stato.
Ora, gli attaccanti hanno tutti tecnicamente un punto debole: forse solo Pelé e Di Stefano non ne avevano proprio nessuno. Ma in questo caso non si pecca di lesa maestà affermando che la percentuale di errori dal dischetto di Iemmello è nella media da non sottovalutare. Ma non sta a noi correggere o evitare i punti deboli. Spetta ad altri questo compito, mentre dall’esterno si può solo considerare l’evidenza dei fatti, soprattutto al termine di una gara nel complesso mediocre e di un’occasione di vittoria totalmente sprecata.