Il Sassuolo arriva a Catanzaro per la prima di campionato e si schiera, come già avevamo ipotizzato sabato, con un 4-3-3 non proprio ortodosso, alternato in alcuni frangenti molto sporadici e occasionali da un 4-2-3-1 non certo irresistibile. La squadra emiliana è scesa in campo con il medesimo undici da noi ipotizzato sabato alla vigilia della gara.
Il Catanzaro di mister Caserta ha risposto da par suo, sciorinando una prestazione di grande concentrazione iniziale con un’attenzione maniacale alla distanza tra i reparti ( cosa mai vista in precampionato e causa primaria dei gol subiti) e una applicazione in campo feroce dei dettami del mister, davvero ammirevole e soprattutto efficace.
Nel pre match del giorno prima ci eravamo soffermati sulla possibilità che la squadra giallorossa fosse schierata con una difesa a quattro spuria e quindi con un esterno un po’ più avanzato rispetto alla posizione dell’ottimo Bonini da centrale/braccetto di sinistra. Mister Caserta si schiera dietro con grande efficacia, disponendo la squadra con una difesa a tre totale in fase di impostazione, supportata nella costruzione dal basso da un grande Petriccione, spesso sulla linea dei difensori e del portiere per dare soluzioni di passaggio coraggiose ed efficaci.
La squadra ha difeso a cinque praticamente sempre, grazie alla scalata dietro in linea con i tre centrali, da parte di Situm a destra e Ceresoli a sinistra. Più avanti un centrocampo a tre, o meglio a due e mezzo, con un dinamicissimo Pagano a supportare un grande Pontisso e un ottimo Petriccione in entrambe le fasi di costruzione e ripiegamento.
Diciamo che il giovane talento romano, ha agito anche da vertice alto del centrocampo, trovandosi spesso in proiezione offensiva sulla linea di Iemmello(parlano lo stesso linguaggio tecnico) e anche di Biasci, esibendo un’attitudine da centrocampista avanzato conosciuta, unita ad uno spirito di abnegazione in ripiegamento che rappresenta la nota più importante della serata, insieme alla conferma che Bonini è già pronto a disputare un grandissimo campionato alla sinistra di un Antonini ritrovato e ieri molto autorevole al centro della difesa, coadiuvato da Brighenti braccetto di destra che ha disputato una partita di livello, scacciando via i fantasmi precampionato.
Va detto che lo spostamento in avanti dei due esterni Situm e Ceresoli in fase di costruzione,ha consentito alla squadra di essere spesso a quattro a centrocampo, liberando Pagano sulla tre quarti, mantenendo così un equilibrio assoluto. Dicevamo della costruzione dal basso, cosa abbiamo visto di diverso rispetto alla “vivariniana” concezione di questa pratica spettacolare e coraggiosa? Si è notato che sono molto diverse le due costruzioni, anche se entrambe mirano poi a liberare in campo aperto gli esterni e gli attaccanti.
Quella di Vivarini era assolutamente perimetrale e molto più insistita nei tempi e nella gestione di quella vista ieri. Quella di Caserta molto più rapida e verticale, tendente a liberare gli attaccanti, l’inserimento di esterni e centrocampisti, con Petriccione più basso a dirigente l’orchestra, Pontisso e soprattutto Pagano più avanti ad offendere, ma mai molto distanti tra loro, come avvenuto in Coppa Italia ad Empoli. Non ci aspettavamo gli esterni bassi a tutta fascia, perché Situm non era stato bene e Ceresoli era all’esordio assoluto.
Invece Caserta, decidendo di proteggersi di piu’ con l’inserimento di Brighenti, ha optato per la soluzione più ragionevole in chiave difensiva. Il lavoro degli esterni è stato ragguardevole, confermando che Situm è un giocatore imprescindibile per attitudine e sagacia tattica e che Ceresoli ha forse qualche lacuna nei corpo a corpo fisici con avversari più strutturati, ma è sempre al posto giusto sia in fase di inserimento (piede sinistro di qualità) che di ripiegamento davanti a Bonini, grazie ad un dinamismo importante.
Iemmello ha alternato la posizione di prima punta con Biasci, ma è stato troppo spesso lontano dalla porta e questa sarebbe una situazione da rivedere con cura, perché la squadra non può fare a meno dei suoi gol. Prima accennavamo al linguaggio tecnico di Iemmello e Pagano. Ieri si sono intraviste prove tecniche di grande calcio tra i due. Se trovano il modo di stare più vicini e il giovane talento impara a conoscere e assecondare i movimenti di Pietro, il Catanzaro farà un salto di qualità enorme e la fase offensiva della squadra, aspettando anche la mezzala offensiva Koutsoupias, oltre a Demba Seck e Pittarello, potrebbe diventare irresistibile.
Il fatto tattico più importante della serata, è dato dalla possibilità concreta che mister Caserta avrà tante soluzioni e che lo schieramento della squadra dipenderà da fattori oggettivi ben valutati. Sembra superata la sua tendenza eccessiva per il 4 2 3 1 e questa è sicuramente una notizia positiva.
Una osservazione sul nuovo portiere Pigliacelli: abilissimo a costruire con il piede destro e molto reattivo in ogni situazione, non dà mai l’impressione negativa di poter prendere gol da calcio piazzato, predisponendo davanti a sé una linea di difensori che dominano di testa su tutte le palle alte (Antonini e Bonini) con un Brighenti comunque sempre ben piazzato, leader nel tenere sovente alti i compagni di reparto e andando spesso in anticipo con forza e decisione.
Quando invece la squadra, anche per abilità dell’avversario è rimasta troppo bassa, ha sofferto il palleggio e la tecnica palla a terra del Sassuolo. Le uniche tre volte che il centrocampo ha perso il filo e la difesa si è aperta, a causa di palle perse inopinatamente, gli avversari sono penetrati come nel burro, facendo prima il gol, poi sfiorandone un altro quasi certo e infine ottenendo un calcio di rigore sacrosanto.
Qui bisogna dire che Petriccione ha commesso un errore da tripla matita blu (ne aveva commesso un altro più veniale già nel primo tempo). Al minuto 94 un calciatore della sua intelligenza ed esperienza, non può certo rischiare una giocata orizzontale di quel tipo che apre il campo all’avversario in maniera mortifera. Servirà a tutti, non solo a lui, come deterrente per il futuro, anche perché l’errore dal dischetto di Lauriente’ ha rimesso fortunatamente tutte le cose al loro giusto posto.
Prendiamo questo regalo ricevuto, a partita stra finita, come un segno positivo per una stagione che si preannuncia molto difficile, ma che nasce con un buon auspicio. Andiamo avanti con grande fiducia perché la squadra ha risposto alla grande contro un avversario teoricamente non alla portata. E tenendo conto che essendo all’inizio, con tanti forti giocatori ancora non utilizzati, i margini di miglioramento sono da considerare come enormi. A questo punto tutto è possibile, ma in positivo!