Una stagione che nell’arco delle due gare con i romagnoli è stata costellata da tante critiche ma che inizia (giustamente) a suscitare grandi esaltazioni
Cesena prima e Cesena dopo. Si può racchiudere tra le due gare con i bianconeri romagnoli la stagione fin qui disputata dal Catanzaro.
Da un Catanzaro inguardabile e ingiudicabile in occasione della gara di andata al “Manuzzi” ad una squadra che con la gara di ieri, la quinta di ritorno, ha dato dimostrazione di essere forte, compatta e (quasi) completa.
Troppo brutto quel Catanzaro, non poteva certo essere quello reale della seconda stagione consecutiva in cadetteria.
Le critiche e soprattutto i pregiudizi di molti sostenitori nei confronti di mister Caserta hanno costellato fino a qualche settimana fa stagione dei giallorossi.
D’accordo sul fatto che se sono costruttive le critiche è giusto che si facciano ma spesso le stesse sono state mosse senza aver visto all’opera la squadra.
Spesso sono state fin troppo frettolose senza aver dato il tempo necessario alla nuova guida tecnica di amalgamare i nuovi arrivati e proporre un gioco fluido e lineare che gradualmente si è visto e che adesso è sotto gli occhi di tutti.
I detrattori di mister Caserta sono stati serviti e bene fanno quanti, attraverso i social in particolare, ammettono di aver giudicato male o in modo superficiale l’operato del tecnico calabrese.
Il sol fatto di avere allenato a 100 Km da Catanzaro ed essere stato esonerato nel corso della passata stagione aveva suscitato mugugni del tutto ingiustificati.
La squadra dopo la gara di Cesena ha iniziato a cambiare lentamente volto ed adesso è giustamente osannata al pari del suo tecnico che, come in più occasioni dichiarato, ha compreso che le sue iniziali idee di gioco non erano applicabili per le caratteristiche dei giocatori che aveva a disposizione e che avevano dominato il campionato 2 anni fa e confermato anche in serie B la bontà di un gioco espresso con un 3-5-2 ormai consolidato.
Sotto l’aspetto tecnico quello visto ieri è un Catanzaro lontano parente dal “brutto anatroccolo” sceso in campo a Cesena. Una squadra lenta, impacciata, senza un’idea di gioco, con molti elementi arrivati non disponibili, con i restanti nuovi con un’intesa con la squadra della passata stagione ben lontana dall’essere definita tale.
Una metamorfosi che ha tanti protagonisti: un Re Iemmello sempre più Re in testa alla classifica dei cannonieri della categoria che con i suoi movimenti a tutto campo non dà punti di riferimento agli avversari e giostra da secondo regista, un Petriccione sempre più padrone del centrocampo che detta i tempi di gioco, sa come muoversi tra la nostra trequarti quando c’è da dare una mano ai compagni a quella avversaria quando c’è da impostare le manovre, un Pigliacelli che non sta affatto facendo rimpiangere un certo Fulignati, un Bonini che svolge egregiamente il suo compito di braccetto sinistro scoprendosi anche marcatore (5 reti per lui finora), uno Scognamillo trasformato rispetto al campionato scorso, molto più maturo e giudizioso e soprattutto migliorato tecnicamente, un Brighenti che con la sua esperienza sta offrendo grandi prestazioni anche lui, un Pompetti che comincia a farsi notare e far stropicciare gli occhi anche ai dirigenti di altre società,….potremmo continuare oltre ma è chiaro che è l’intero organico a dare il meglio di sé giornata dopo giornata grazie alle qualità dei singoli ma soprattutto, lasciatecelo dire, al suo direttore d’orchestra che dal suo podio (leggi panchina) sa dirigere in maniera ottimale i suoi orchestrali elevando una musica soave che si eleva sempre più in alto (quinta posizione) e comincia ad estasiare un pubblico che ci si augura possa diventare sempre più numeroso (presenze allo stadio).
Ed adesso vedremo se il DS Polito vorrà render ancora più performante questa…orchestra.