In un’intervista rilasciata ai microfoni di Esperia TV e riportata da IlCalcioCalabrese.it, Gaetano Fontana, catanzarese doc, ex calciatore e attuale allenatore, ha esposto una analisi lucida e appassionata sull’avvio di stagione del Catanzaro, affidato quest’anno a mister Alberto Aquilani. Fontana, che ha mosso i primi passi nel calcio proprio con la maglia giallorossa, sa di cosa parla quando si tratta di calcio e di questa città. Le sue sono parole cariche di passione ma anche di saggezza, un mix che solo chi ha vissuto a fondo il calcio può regalare.
Aquilani e le aspettative: tra progetto tecnico e tempo da concedere
Gaetano Fontana apre il discorso sottolineando le grandi aspettative che hanno accompagnato la nomina di Aquilani. “Quando è stato presentato a Catanzaro, si pensava a un campionato diverso – racconta – perché Alberto porta con sé un calcio moderno, fatto di palleggio e idee chiare. Quello che però vediamo ora è una squadra rinnovata con molti giovani che sperimentano per la prima volta la Serie B. Non è facile, serve tempo e pazienza per ritrovare quell’equilibrio di squadra e rendimento.”
Uno sguardo al passato non manca: “L’anno scorso l’inizio era stato più morbido, anche se il risultato non era brillante, c’era un punto in più e quell’esperienza può fungere da stimolo. Chiunque si aspetta che questa stagione possa essere di crescita, e che Aquilani possa consolidare al più presto il suo modo di giocare.”
Problemi tattici e tecnici: mancano idee condivise e continuità
L’ex centrocampista pensa che il problema principale non stia nel sistema di gioco, quanto piuttosto nella coesione del gruppo. “Negli anni passati il Catanzaro sapeva cambiare anche in corsa la sua struttura tattica e questo generava inserimenti vincenti di centrocampisti che contribuivano con gol importanti. Oggi invece manca un’idea comune che esalti i singoli mantenendo saldo l’equilibrio di squadra.”
Gaetano Fontana nota una certa instabilità nelle prestazioni all’interno della stessa partita: “Il rendimento a volte cambia da un tempo all’altro, questo indica ancora un processo di adattamento e di crescita che Aquilani deve guidare. Serve tempo, anche perché quando arriva un nuovo allenatore bisogna plasmare bene i ragazzi e definire le gerarchie.”
Il progetto societario: fiducia e sostegno nelle difficoltà
Fondamentale per Fontana è il ruolo della società, che lui ritiene solido e propositivo: “Negli ultimi anni la dirigenza ha mostrato una visione chiara e una volontà di investire nel calcio moderno. Questo significa costruire un progetto tecnico condiviso, fatto di fiducia e continuità. È nei momenti difficili che la società deve proteggere l’allenatore, e questo sostegno al mister Aquilani lo si sta vedendo.”
Lo sguardo di Gaetano Fontana punta anche in avanti, convinto che con questa coerenza il Catanzaro possa uscire presto dai momenti complicati e ritornare a disputare un calcio di alto livello, da protagonista in Serie B.
Il valore del pubblico e l’importanza della “pancia” giallorossa
Un altro elemento chiave che Fontana ricorda con orgoglio è il pubblico del Catanzaro. “È una tifoseria unica, presente ovunque. L’ho visto a Monza: il Catanzaro giocava quasi in casa, a causa del sostegno massiccio dei tifosi giallorossi, anche rispetto alla squadra locale. Questo fa capire il legame speciale tra squadra e città, un valore che può diventare un’arma importante per affrontare la stagione.”
Il quadro dei “cugini”: il Cosenza e il Crotone tra sorprese e conferme
Fontana allarga il suo sguardo alla Regione, dedicando un elogio particolare al Cosenza, “una sorpresa vera dopo un’estate complicata.” Per lui la squadra rossoblù ha dimostrato “di poter competere fino alla fine per obiettivi importanti.”
Sul Crotone, Fontana si esprime con stima per il lavoro di Emilio Longo, tecnico noto per squadre ben organizzate e capaci di proporre gioco ovunque. “Il Crotone ha ridimensionato qualche aspetto, ma resta una squadra tosta e difficile da affrontare.”
Chi è Gaetano Fontana: una vita nel calcio tra campo e panchina
Gaetano Fontana, nato a Catanzaro nel 1970, ha alle spalle una lunga carriera da centrocampista tra Serie A e B, indossando anche le maglie di Catanzaro e Reggina. Dopo il ritiro dal calcio giocato, ha intrapreso la carriera di allenatore con numerose panchine in Serie C, sempre portando con sé la passione e l’esperienza maturata nel tempo.
