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venerdì 11 Ottobre 2024

Il calcio secondo Giovanni Alessandro. L’intervista

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Giovanni Alessandro, nato a Oliveri (ME) nel 1970, ha coltivato fin da giovane una profonda passione per il calcio, cimentandosi nell’imitazione delle tecniche dei grandi campioni. Questo amore per il calcio lo ha portato a frequentare il corso di allenatore di Base Uefa B e a dedicarsi alla formazione dei giovani talenti. Negli anni, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Pulcino D’Oro, la Coppa Tricolore, e la Coppa Nazionale FC Messina. Recentemente, ha pubblicato il manuale “Campioni non solo si nasce… ma lo si può anche diventare – L’Arte del dribbling”, un’opera concepita per trasmettere le tecniche e le metodologie necessarie agli aspiranti calciatori per eccellere nel gioco del calcio.

D: Quella tra Catanzaro e Brescia è stata una bella partita da vedere. I tifosi sono tornati a casa contenti e appagati per aver visto la loro squadra vincere

Giovanni Alessandro: “È stata davvero una bella partita. Il Catanzaro ha mostrato una netta superiorità nel primo tempo. Dopo il secondo gol subito, il Brescia si è chiuso bene nella propria metà campo, rendendo difficile per il Catanzaro sviluppare la propria trama di gioco”.

D: Secondo lei, perché il Catanzaro non è riuscito più a sviluppare il proprio gioco?

Giovanni Alessandro: “Il Brescia ha adottato un atteggiamento molto difensivo dopo il secondo gol. Hanno buoni giocatori, ma non giocatori talentuosi. Il calciatore talentuoso è quel giocatore che in qualsiasi momento della partita può fare goal, mentre il buon calciatore può fare goal con l’aiuto dei compagni. Nel calcio attuale la velocità è diventata molto elevata e gli spazi di giocata si sono ridotti notevolmente. Per uscire da situazioni difficili di grande aggressività e di pressing, una buona padronanza di azioni individuali dà sicurezza al calciatore per superare le zone ristrette e di risolvere in modo efficace le “chiusure” dell’avversario, permettendo così di portare vantaggi importanti alla propria squadra. Ritengo che, immaginazione e fantasia da sole non sono qualità sufficienti per disorientare gli avversari e quindi necessitano anche il supporto di una adeguata preparazione e di una buona tecnica nelle azioni individuali di squadra. Per questi motivi, come per gli altri fondamentali tecnici, il dribbling dovrebbe trovare una dimensione descrittiva e di precisa didattica al fine di facilitarne l’apprendimento durante l’allenamento. Che i momenti più spettacolari e salienti di una partita di calcio siano determinati da azioni individuali è un dato di fatto a tutti evidente. Finché esiste il calcio, l’arte di scartare l’avversario costituisce il principale mezzo di cui si servono i grandi calciatori per arrivare al gol. Non sarebbe quindi logico far sì che ogni calciatore impari anche a raffinare la propria tecnica individuale per scartare l’avversario? E’ noto ai livelli più alti che chi riesce a saltare efficacemente l’avversario, costituisce in un certo senso un’eccezione. Tuttavia non è poi così difficile insegnare ai calciatori la tecnica in modo da renderli capaci di creare a sfruttare occasioni di rete, grazie ad azioni individuali che comportano un gioco imprevedibile per l’avversario e nello stesso tempo molto spettacolare”. 

D: Cosa ne pensa dopo un lungo periodo di stagnazione del calcio italiano che è tornato a suscitare grande entusiasmo con la nuova filosofia di gioco in 11?

    Giovanni Alessandro: “Io ritengo che nel gioco calcio ci si muove in 11 e ci si gioca attraverso solo 2 modalità: Quando un calciatore ha la palla ha solo due modalità di esecuzione di gioco, cioè quella di passare la palla a un compagno o quella d’intraprendere un’azione individuale. Detto questo,  è un tipo di calcio che non mi appassiona molto perchè a mio avviso imbriglia sempre di più i talenti dribblatori”.

    D: Cosa ne pensa del gioco del Catanzaro?

      Giovanni Alessandro: “Ritengo che abbia un bravo allenatore che non cerca di rendere complicato il  proprio gioco tattico. E’ uno dei pochi allenatori che nella propria drama di gioco a mio modo di vedere cerca di sfruttare anche le caratteristiche individuali in possesso dei propri calciatori”.

      D: Secondo lei chi è stato il calciatore più decisivo del Catanzaro?

        Giovanni Alessandro: “Ritengo il portiere Fulignati, un talento non solo tra i pali, ma anche nella fase di costruzione del gioco, grazie al proprio atteggiameno stimola con forza ad assumere e mantenere un comportamento propositivo dell’intera squadra”. 

        D: Che partita vedremo contro la Cremonese?

          Giovanni Alessandro: “La stessa partita disputata con il Brescia”.

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