... ...
giovedì 26 Dicembre 2024

Quel numero nove e i suoi compagni – Capitolo III

di Adriano Macchione

Clicca qui per i capitoli precedenti

Un gol in Coppa per dire di non essere un “signor nessuno”

Dopo l’anonima, per non dire mediocre, campagna acquisti condotta al Gallia, in un ambiente che
appare molto rassegnato e che nemmeno tenta a provare pindarici voli di fantasia, c’è una persona,
nell’estate catanzarese, che sembra baciata dall’ottimismo e che lavora con un entusiasmo e una
sicurezza che immediatamente, veloci come il fulmine, hanno già iniziato a contagiare tutto
l’ambiente. E’ lui, Gianni Seghedoni, il nuovo allenatore. Nel ritiro di Platania, tranquilla località
collinare del lametino (è vicina e costa poco, dice Ceravolo) il tecnico parla del suo Catanzaro
nascente. Ad ascoltarlo, pare quasi che tra le mani abbia i giocatori del Real Madrid. Sentitelo.

“Seghedoni spiega, ruolo per ruolo, la sua nuova squadra”, questo l’occhiello del “Corriere dello
Sport” del 19 luglio. Sul giornale, che costa 70 lire, è davvero un bel leggere. A caratteri più
grandi, infatti, il titolo prende spunto dalla dichiarazione dell’allenatore giallorosso: “Un
Catanzaro tutta grinta che sappia anche attaccare”.

Di seguito, in una bella e ben articolata intervista, l’allenatore illustra programmi, ambizioni, schieramenti tattici e varianti, promettendo una squadra battagliera e aggressiva. Il mister pare avere le idee chiare, tanta voglia di fare e, soprattutto, di vincere: <<Voglio una squadra grintosa, svelta, efficace, che sia in grado di farsi
temere in casa e fuori. Questo Catanzaro che ho in mente e che, giorno dopo giorno si va
formando sul campo, non sarà più una squadra che faccia dei regali. Parola di Seghedoni
>>

La “parola data” del mister non passa inosservata. La gente di fede giallorossa vuole credergli.
Anche se parlare di calcio, in quel momento, non è poi particolarmente divertente. Sono passati
appena due giorni da quando, il 17 luglio, quattromila agenti hanno presidiato Reggio Calabria,
ormai sconvolta dalla guerriglia, per la questione del capoluogo. Il calabrese “comune”, davanti a
simile escalation, è stupefatto, frastornato e anche umiliato. E solo il calabrese stupido fa il tifo per
questa o quella città.
Nel ritiro di Platania, con Seghedoni, ci sono i diciassette giocatori componenti la rosa della prima
squadra e, al seguito, anche alcuni giovani della “De Martino” allenata da Umberto Sacco: Barone
(che poi, come detto, entrerà in pianta stabile nella rosa), Bisurgi, Maviglia e Carbone (che saranno
provati con i titolari ma con esito negativo). In seguito, un altro giovane del vivaio che entrerà nel
gruppo di Seghedoni sarà il terzino Mario Garito, non convocato però per il ritiro precampionato.
La prima uscita stagionale del Catanzaro giunge proprio contro la squadretta locale del Platania,
rinforzata però nel primo tempo dai giallorossi della rosa che non avevano trovato posto nella
formazione dei titolari. Finisce, al fresco di alberi secolari e tra il cinguettio di miliardi di uccelli,
con un rotondo 7-0, a rigor di logica. Segue un’amichevole a Brindisi (organizzata nell’ambito dell’
“affare Ciannameo” per far recuperare qualche soldino ai pugliesi) che termina con un tranquillo
0-0. Seghedoni sul finire della partita prova anche i giovani Barone e Carbone.
Poi l’estate passa in fretta ed è un’estate particolare, che ricorda la tragedia di Hiroshima, dove il 3
agosto 1945 era scoppiata la prima bomba atomica della storia della dis… umanità.
S’intrecciano ricordi e commemorazioni in tutto il mondo. Eppure, in Italia, trova molto più spazio
il matrimonio tra il 27enne Al Bano e la 19enne Romina Power celebratosi il 26 luglio nel paesino
natale del cantante, Cellino San Marco, che diventa d’un tratto più famoso di Busseto, paese
emiliano, là dove nacque tal Verdi. La madre di Romina, poverina, al grido manzoniano di “questo
matrimonio non s’ha da fare” non voleva proprio e su certi giornali è tutto un susseguirsi di scoop,
rivelazioni, pianti, interviste. Altro che la guerra. Altro che Hiroshima.
Un altro grande chiacchierio nazionale arriva il 21 luglio per il rinvio a giudizio in Australia di
Walter Chiari per detenzione e spaccio di eccetera eccetera. Mentre il famoso attore era detenuto,
la moglie Alida Chelli aveva dato alla luce il figlio Simone. Walter Chiari era stato arrestato il 21
maggio precedente insieme ad un altro grande personaggio, il presentatore Lelio Luttazzi, molto
noto per aver condotto anni prima una popolare trasmissione televisiva del sabato sera, “Studio
Uno”, che aveva irrorato nelle menti, tra l’altro, eccezionali performances canore di Mina. In
seguito, un altro grande successo di Luttazzi era stata la radiofonica “Hit Parade”, trasmissione in
cui proponeva la classifica dei dischi più venduti della settimana. In tempi in cui i soldi erano
pochi e i dischi non si poteva comprarli tutti, era uno spazio seguitissimo dai giovani che alle
canoniche ore 11,30 ogni venerdì si ritrovavano con la radio incollata alle orecchie. Quella sua
“Hit Parade” era stata compagnia musicale preferita di molte gioventù, ancora sane e pulite.
Chiari e Luttazzi, in seguito, saranno prosciolti dalle infamanti accuse, ma per entrambi la brutta
avventura vissuta sarà una specie di piaga a vita, specialmente per Luttazzi che ben presto si
ritirerà anche dalle scene.
Insomma, dopo un’estate passata a parlare di siffatti accadimenti, naturalmente arriva anche il
momento che l’argomento del giorno diventa il calcio. Capita, per gaudio immenso, con l’inizio
della Coppa Italia.

Angelo Mammì ai primi allenamenti al “Militare”
Angelo Mammì in una delle prime foto (ormai sgualcite dal tempo)
con la maglia del Catanzaro.

Il Catanzaro è stato immesso in un girone eliminatorio con Roma, Lazio e Palermo. All’esordio, ospita la Roma di Helenio Herrera. E’ il 30 agosto. Il “Mago” è sempre il “Mago”, e il suo arrivo calamita sugli spalti il pubblico delle grandi occasioni: ben 12.000 i presenti, per un incasso di 16 milioni. I colori del vecchio stadio sono tanti e sfavillanti sotto un sole che per quell’ora e mezza pare voler ripristinare gli antichi luccichii del “Militare”. Che meraviglia, lo sport. Fa caldo, si suda e si sta a torso nudo. E ballonzolano in certe menti alcuni farneticanti desideri. Tra gli altri avvenimenti dell’estate, infatti, c’era stato l’appena concluso oceanico raduno degli hippyes di tutto il mondo a Wight, in Inghilterra. Si erano ritrovati in 500 mila. Anche lì aveva fatto molto caldo. E s’erano visti molti culetti e molte tette al vento. Qualche catanzarese bollente, in questa domenica d’agosto di tempi cangianti, postula così un’irrealizzabile equazione. Considerato il solleone e l’incedere dei nuovi costumi, l’equazione ipotizzata è: “caldo all’adunata uguale culetti e tette al vento”. Ma il “Militare” non è l’isola di Wight, scoprono delusi i giovanotti catanzaresi convenuti allo stadio. Dopo aver sperato in chissà cosa, non vedono un bel niente. Già una minigonna è avvistata come una specie miraggio. E per chi vuole ad ogni costo sognare, c’è bella e pronta, come una beffa, appena appena la canzoncina dei Dik Dik, quella che fa “sai cos’è l’isola di Wigth…”, irradiata dai rauchi altoparlanti arrugginiti. Accontentiamoci delle gambe di Busatta e compagni e non pensiamoci più, avevano concluso amareggiati i bollenti spiriti. Ed eccole, le nuove eccitanti tentazioni. Scendono in campo i giallorossi e l’occhio non va più alla ricerca di pornovisioni sotto il solleone ma solo ai protagonisti del pallone. E più di tutti cerca Helenio Herrera ma è proprio lui il grande assente. Non può sedere in panchina in quanto la Lega non ha ancora ratificato il suo nuovo favoloso contratto con la Roma ed è costretto a seguire la partita da una finestrella degli spogliatoi. Ogni tanto il pubblico lo chiama o lo becca ma lui la preziosa testolina proprio non la mette fuori. Seghedoni vara la prima formazione della stagione e presenta: Pozzani; Banelli Massari (poi, dal 34° del p.t., Bartoletti); Barbuto Silipo Busatta; Gori Franzon Mammì Bertuccioli Ciannameo (poi, dal 16° della ripresa, Musiello). In panchina, con il numero 12, c’è Romeo. La Roma deve fare a meno di tre pedine importanti come lo spagnolo Del Sol, Roberto Vieri (padre dell’attuale Bobo) e del brasiliano Amarildo. Questa la squadra in campo: Ginulfi; Bertini Petrelli; Salvori Bet Santarini; Cappellini Franzot Zigoni Cordova Scaratti. In panchina: con il numero 12 De Min e con il numero 13 Rosa. . Il nuovo tecnico del Catanzaro, come si vede dalla formazione, ha già preparato grandi novità per lo schieramento 1970-71. Il reparto arretrato appare completamente rivoluzionato e reinventato di sana pianta anche se gli elementi a disposizione sono gli stessi difensori della stagione precedente. Al momento, nell’inquadratura base non fanno più parte i veterani Marini, Bartoletti e Benedetto, i nuovi terzini sono il grintoso Massari (nella stagione precedente libero) e l’esuberante Banelli (un centrocampista laterale), mentre la coppia centrale è costituita dai giovani “De Martino” Silipo e Barbuto promossi coraggiosamente titolari, al grido di <<largo ai giovani>>. In porta, infine, gioca Pozzani, in pratica un’altra… riserva di sempre. Più che una certezza, un’altra speranza. La chiave tattica è ben presto di facile lettura. Seghedoni ha preparato, per l’occasione, una gara molto accorta, con una squadra ben coperta in difesa per non esporsi all’arma classica delle compagini di Helenio Herrera, il contropiede. La partita, nonostante un Catanzaro votato più alla difensiva che all’attacco, risulta subito molto equilibrata, con azioni su entrambi i fronti. Poi, al 28°, la Roma all’improvviso si porta in vantaggio: forte tiro di Scaratti, respinta corta dell’incolpevole Pozzani, lesti si catapultano sul pallone contemporaneamente i famelici Cappellini e Cordova e quest’ultimo, in leggero anticipo sul compagno, infila facilmente in rete. La reazione del Catanzaro è immediata e dimostra il carattere che Seghedoni ha già dato alla sua squadra. Scocca il 33°, punizione per fallo di Santarini su Mammì, battuta lunga di Bertuccioli, arriva in corsa con uno spunto rabbioso Busatta che colpisce di testa e insacca in maniera imparabile. Il primo tempo, così, termina 1-1, e già questo può essere ritenuto come un buon auspicio sulla futura efficienza della squadra. Anche nella ripresa il Catanzaro continua a reggere molto bene il confronto con i più quotati avversari. Ma, proprio quando il pareggio per i giallorossi di Seghedoni sembra un risultato ormai meritatamente acquisito, ecco un brutta sorpresa: mancano appena tredici minuti alla fine, fuga del mediano Salvori sulla destra, cross al centro, intervento squinternato di testa di Bartoletti che, nella foga di anticipare il terrorizzante Zigoni, infila l’innocente Pozzani per il più classico e sfortunato degli autogol. Una disdetta. Finisce così, con la Roma che vince non proprio limpidamente e con il pubblico di casa che si fa uscire di bocca un tiepido “buona la prima”. “Il Catanzaro battuto di misura” è il titolo della “Gazzetta del Sud”. E un altro titolo, quello dello spazio dedicato alle dichiarazioni del dopo partita, riporta: “Seghedoni: più giusto un pareggio”. Unanimi consensi, in generale, anche se qualche giornalista particolarmente esigente, uscendo dal coro degli elogi per i giallorossi, scrive che si è trattato di una prestazione appena discreta e che la squadra ha mostrato i suoi limiti del momento. Punti di vista. E Mammì? “Invischiato nella rocciosa difesa romana non ha brillato eccessivamente. Le sue conclusioni sono state pochissime”, scrive la “Gazzetta del Sud”. Per la cronaca, l’altra partita del girone tra Palermo e Lazio, alla “Favorita” di Palermo, ha visto la vittoria dei biancazzurri capitolini per 1-2. Fatto di non particolare rilievo, anche perché in pratica il Catanzaro è già fuori dalla Coppa Italia. Ma la cosa non interessa più di tanto. L’interesse è ormai tutto per l’imminente campionato.

La formazione del Catanzaro in campo al “Militare” nel primo turno di Coppa Italia
contro la blasonata Roma di Helenio Herrera.
In piedi: Pozzani Busatta Silipo Barbuto Ciannameo e Franzon;
Accosciati: Gori Bertuccioli Massari Mammì e Banelli.
Angelo Mammì prima di Catanzaro-Roma di Coppa italia.

Dopo il brillante esordio contro la Roma, il Catanzaro è di scena in amichevole a Crotone. I padroni di casa annoverano tra i pali il portiere Bertoni e, nel secondo tempo, il giovane Bassi, due giocatori che, a distanza di un anno, saranno poi acquistati dalla società giallorossa. Seghedoni presenta i virgulti Barone, Bisurgi e Maviglia, poi, concluso il primo tempo sullo 0-0, nella ripresa schiera una formazione di titolari. Con la novità di Mammì ala destra per studiare cosa è capace di fare Musiello (titolare nel precedente campionato) nel suo ruolo di centravanti. Al 27° della ripresa arriva il gol della vittoria del Catanzaro. Segna proprio Mammì: cross radente del tecnico Ciannameo, abile e furba finta di Musiello e l’attaccante ex leccese, ben appostato, mette dentro imparabilmente. Pochi minuti dopo, lo stesso Mammì sfiora il raddoppio: “s’inarca come un’anguilla e colpisce di testa, si salva miracolosamente Bertoni”, riporta poi la “Gazzetta del Sud”. Che, a proposito del centravanti, scrive: “Mammì ha dimostrato di essere quell’ariete di cui abbisognava l’attacco giallorosso: con un gioco privo di fronzoli il locrese mira al sodo e non a caso oggi è stato lui il marcatore della giornata e quello che ha impegnato più severamente Bertoni”. Il nuovo acquisto, insomma, affila le armi, lui e Seghedoni brindano tacitamente a quell’anonimo primo gol, ma la gente, trattandosi di un’amichevole, non ci fa nemmeno caso. Il secondo turno di Coppa Italia vede il Catanzaro ancora impegnato in casa, stavolta contro il Palermo dell’ex Carmelo Di Bella, allenatore della compagine giallorossa nella stagione 1966-67. Naturalmente non c’è la gran ressa vista contro la Roma. Seghedoni, che prima del campionato intende provarle davvero tutte, conferma in difesa Massari, Banelli, Silipo e Barbuto e a centrocampo Busatta, Bertuccioli e Franzon con Ciannameo tornante, sperimenta, come già nel secondo tempo con il Crotone, Musiello centravanti e Mammì all’ala destra. Gori, uno tra i giocatori più amati dal pubblico, è invece inizialmente dirottato in panchina con Braca, Marini e Barone. In loro compagnia, naturalmente, anche il 12° Romeo. Il primo tempo vede il Catanzaro prevalentemente in attacco ma la supremazia territoriale non sfocia però nel gol. Ben diversa, invece, la musica nella ripresa, con i giallorossi che al 14° vanno a segno con Mammì. Il gol è uno dei tanti che poi Angelo segnerà allo stesso modo: punizione a parabola di Bertuccioli e perentorio stacco di testa. Un gol che è il primo ufficiale con la nuova maglia del Catanzaro, un gol giusto per dire che lui non è una specie di carneade, che non è un “signor nessuno” del calcio. Due minuti dopo il gol, Seghedoni manda in campo l’invocato Gori, detto “Goriceu” per la simpatia e per il formato mignon. E detto anche “Ghirigori”, per le serpentine che, quand’è in giornata, regala ai tifosi in visibilio. Per fargli spazio, però, Seghedoni richiama Mammì. Il pubblico mugugna e disapprova la sostituzione. Poi, all’uscita dal terreno di gioco, Angelo è applaudito a lungo. Lui alza il solito sguardo timido e alza anche la mano in segno di saluto. Il ghiaccio e la diffidenza stanno per essere definitivamente frantumati. <<Non sfracella le porte avversarie come Bui, Vitali o Pellizzaro ma non sfracella neppure gli occhi come Zimolo, Benvenuto o Girol>>, dice la gente. Al 25° Braca sostituisce Ciannameo e al 30° arriva il raddoppio dei giallorossi ad opera dello scalpitante Gori, giusto per finire in festa. Al lunedì, il titolo della “Gazzetta del Sud” riporta: “Catanzaro: uno-due categorico”. Nel pezzo delle interviste del dopo partita, il titolo è invece per le dichiarazioni di Seghedoni: “La squadra cresce di gara in gara e lo ha dimostrato anche oggi”. A chi gli chiede della sostituzione di Mammì, il mister risponde: <<Mammì è un giocatore che servirà moltissimo al Catanzaro ed ha già cominciato a darne prova appunto con la rete che ha sbloccato il risultato e quindi ci ha spianato la via verso la vittoria. Averlo sostituito non vuol dire che sia stato scontento del suo comportamento in campo, ma in queste partite precampionato sfrutto la possibilità che mi è data dal regolamento per vedere all’opera tutti i giocatori disponibili nelle varie “combinazioni”.

Fatto il gol, il ragazzo si è certamente scaricato di un certo nervosismo e quindi uscire non gli
sarebbe stato di peso
>>.

Il gol di Angelo Mammì in Coppa Italia contro il Palermo.
Per il centravanti è la prima segnatura in maglia giallorossa.

Poi, ecco una dichiarazione dello stesso Mammì: <<Ho intuito la zona in cui sarebbe piovuto il
lungo traversone di Bertuccioli e mi sono appostato. Ho colpito di testa anticipando due avversari
che in quel momento mi francobollavano. Quando ho visto la palla in rete ho sentito dentro una
“esplosione”
>>

Di seguito, al martedì, sempre sulla “Gazzetta del Sud”, ecco un altro titolo: “Il Catanzaro dal
gioco frammentario non entusiasma”. Poi, nel catenaccio, si legge: “Sempre evidenti i soliti mali,
specie all’attacco, dove nemmeno Mammì e Ciannameo sembrano capaci di dare i gol necessari”.
Insomma, un’opinione eccessivamente critica, in palese contrasto con i buoni giudizi dati invece
da Seghedoni e dagli spettatori della gara.
Nello stesso girone del Catanzaro l’altra partita in programma, il derby Roma-Lazio, si conclude
con la vittoria della squadra di Helenio Herrera per 2-0 che così si porta al comando della
classifica del girone. I giornali, però, più che ad Herrera che guida il girone e fa proclami e discorsi
come se fosse al primo posto della classifica di Serie A, per fortuna s’interessano anche ad un altro
grande capo di tutt’altro genere che sta per mettersi alla guida non di una squadra di calcio ma di
una nazione. Con ben altri proclami, ben altri discorsi, ben altri programmi. Non bandiere
giallorosse ma solo rosse: Allende ha appena vinto in Cile le elezioni per la presidenza della
Repubblica. Un sogno di mezz’estate. Visto come ben presto andrà tristemente a finire.
La terza giornata di Coppa Italia si gioca il 12 settembre. E’ una giornata triste, perché negli occhi
di molta gente gravitano le immagini del giorno prima: una forte tromba d’aria ha investito
Venezia con un bilancio terrificante, 35 morti.
Il Catanzaro (dopo un’amichevole a Soverato contro la squadra locale finita 5-0 per i giallorossi) è
di scena in notturna al “Flaminio” contro la Lazio del tecnico argentino Lorenzo, neopromossa in
Serie A e forte dell’astro nascente Chinaglia e dei giovani Wilson e Massa. Seghedoni, sempre alla
ricerca del migliore assetto possibile, riporta Benedetto al vecchio ruolo di stopper al posto di
Silipo mentre conferma Barbuto nel ruolo di libero. Terzini sono di nuovo Massari e Banelli,
mediano sempre Busatta. In attacco il tecnico inverte i ruoli di Musiello e Mammì schierando il
seguente quintetto: Musiello (sostituito poi dal 1° della ripresa da Gori) Bertuccioli Mammì
Franzon Braca (sostituito poi dal 1° della ripresa da Ciannameo). In panchina trovano posto
naturalmente il portiere di riserva Romeo e ancora Marini e il giovane Barone. La partita non ha
praticamente storia, con la Lazio che, dopo un promettente inizio dei giallorossi, s’impone
nettamente alla distanza, andando a segno al 31° con un gol di rapina di Chinaglia e, nella ripresa,
al 21° ancora con Chinaglia e tre minuti dopo, al 24°, con il subentrato Morrone (già, proprio il
Morrone allenatore una trentina di anni dopo del derelitto Catanzaro edizione Serie C2). Per il
portiere Pozzani una bella grandinata estiva. Seghedoni però, nell’intimo, non si dispera più di
tanto per un fardello pesante e forse immeritato, anche perché è ben conscio che in Serie B squadre
come quella Lazio non ne avrebbe certamente incontrato.
Nell’altra partita del girone la Roma vince per 0-1 sul campo del Palermo, confermando la propria
supremazia nel girone. Helenio Herrera gongola. Ma il campionato, ben presto, lo disilluderà.
A questo punto, è ormai tempo di campionato: ancora un’amichevole a Soverato finita stavolta 4-
0, poi, finalmente tutto è pronto per iniziare la grande avventura e stavolta sul serio. I giornali, in
vista della Serie A, iniziano a grondare titoli e non mancano polemiche dalle varie sedi calcistiche.
Dotti, medici e sapienti sono lì, a fare i grandi giornalisti del calcio. Nel frattempo, in Sicilia,
sparisce nel nulla un giornalista di ben altro tipo. E’ Mauro De Mauro, de “L’Ora” di Palermo.
Indagava sulla morte di Enrico Mattei. Non sarà mai più ritrovato. Storie italiane: di politica,
sangue e mafia.

Gianni Seghedoni nelle prime foto al “Militare”

Ultimi contenuti

Cosenza-Catanzaro: Caserta sorprende, Alvini va sul sicuro. Le probabili formazioni

Il giorno di Santo Stefano porta con sé una...

È arrivato finalmente il giorno più atteso, è il derby day!

È il derby-day, il giorno più atteso, la sfida...

Cosenza-Catanzaro, flop di pubblico: meno di 10.000 spettatori per il derby. Il dato

A poche ore dal grande derby calabrese tra Cosenza...

Catanzaro, Philipp Breit, un Natale tra riabilitazione e speranza: “L’operazione è andata bene”

Il difensore giallorosso Philipp Breit, classe 2003, ha rotto...

Articoli correlati

Categorie Popolari