Di Adriano Macchione
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27 giugno: finalmente è Serie A
Napoli, 27 giugno, Stadio San Paolo. Agli ordini di Barbaresco di Cormons (compaesano del
nostro Franco Marini), Catanzaro e Bari scendono finalmente in campo per giocarsi la Serie A.
Sugli spalti, in un pomeriggio di sole, sono presenti circa 45.000 spettatoti, dei quali la stragrande
maggioranza sono tifosi del Catanzaro, accorsi non solo da tutta la Calabria ma, come sempre, da
ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Fatto ben strano, se si pensa che Bari è città con una
popolazione nettamente maggiore di Catanzaro. Al di là delle risultanze numeriche, in quanto a
cori, bandiere, striscioni, urla, grida e trombe, la tifoseria giallorossa è semplicemente magnifica.
La città di Catanzaro, in questo pomeriggio assolato, rimane deserta: in giro non si vede proprio
nessuno e tra i catanzaresi, chi non è potuto andare a Napoli, si è rinserrato in casa con l’orecchio
attaccato alla radiolina in attesa di notizie. Sembrano ore di coprifuoco.
Seghedoni rivoluziona la formazione per sfruttare al massimo energie fresche. In difesa, della
squadra che ha disputato il primo spareggio, restano solo il portiere Pozzani e il libero Benedetto.
Infatti, al posto di Silipo e Banelli, subentrano a terzini Marini e Massari e a Barbuto subentra
come stopper Bartoletti. A centrocampo, confermati Franzon e Busatta, ecco Banelli al posto di
Musiello. In attacco, fiducia ancora a Gori e Mammì con Ciannameo che prende il posto di Braca,
che va in panchina.
I giallorossi si mostrano in palla e danno il meglio del loro repertorio, anzi, anche qualcosa di più.
Pozzani è strabiliante in alcuni interventi e disputa la più grande partita della sua carriera,
Benedetto è sempre lucido, Bartoletti una torre insuperabile nel mezzo dell’area di rigore proprio
come ai vecchi tempi, l’inossidabile Marini sembra un ragazzino di vent’anni, Massari è un
mastino come non si era mai visto, ringhia, graffia e morde, Busatta è Busatta, e tanto basta,
Banelli è Banelli e ne avanza, Franzon è il solito “professore”, Ciannameo uno stantuffo tutto
cuore, Gori un furetto inafferrabile, Mammì un rapace sempre in agguato.
Il primo tempo è vibrante e molto combattuto, sull’orlo di una… crisi di nervi per i tifosi delle due
squadre. I baresi non vanno tanto per il sottile in quanto a gioco duro. Il Catanzaro arriva più del
Bari sotto la porta avversaria. Al 37° Gori ha una palla-gol ma tira addosso al portiere, poi al 40°
ancora Gori servito da Mammì solo davanti a Spalazzi si mangia un gol fatto e solo al 44° i tifosi
giallorossi vedono le streghe per un tiro dell’attaccante Marmo a meno di sei metri ma un grande
Pozzani si supera con un’incredibile parata.
Nella ripresa la prima occasione buona è per il Catanzaro, ancora con Gori anticipato
all’ultimissimo momento. Poi dal 24° al 27° si susseguono tre conclusioni del Bari in momento in
cui la squadra pugliese sembra dominare.
Seghedoni al 25° manda in campo Braca al posto di Ciannameo.
La partita, dopo le tre consecutive conclusioni del Bari, entra nel vivo, con il Catanzaro che non
sta certo a guardare. Le occasioni si susseguono una per parte al ritmo di quasi una al minuto.
Davvero emozionante. Ci prova al 28° il Catanzaro, risponde al 31° il Bari, ci riprova al 32° il
Catanzaro, risponde il Bari al 33°. Ormai è una guerra.
Al 36°, finalmente, il momento magico: Gori scappa ancora una volta sulla sinistra, inventa
arabeschi e una strabiliante piroetta che manda in bambola i difensori baresi, alla quale segue un
bellissimo e perfetto triangolo con Braca, con la palla che ritorna nei pressi dell’area di rigore alla
piccola ala. Gori, veloce come un razzo, si presenta adesso imprevedibilmente davanti a Spalazzi,
sempre spostato sulla sinistra. Rapido come il fulmine, ecco che lascia partire un pallonetto che fa
secco il portiere barese nettamente superato e uccellato. Adesso i secondi si fanno davvero
lunghissimi. Il pallone sembra non arrivare mai a destinazione, finirà sul palo o finirà in rete? Ma
ecco l’aquila! Spunta Mammì e in piena irrefrenabile corsa scaraventa il pallone (di testa) e tutto
sé stesso nella rete avversaria. E’ gol! E’ il sogno! E’ l’incredibile! Esplode il S. Paolo,
impazziscono di gioia i tifosi e i giocatori e la panchina giallorossa. Perfino il Vesuvio pare
eruttare lapilli e lava di gioia. Sono coriandoli. Sono i tric trac della Serie A.
Spalazzi corre dall’arbitro a chiedere l’annullamento della rete per fuorigioco di Mammì. Fuorigioco inesistente come testimonieranno anche le immagini televisive. Mancano sette minuti alla fine e il Bari, a questo punto, si butta a capofitto in avanti. Ma è il Catanzaro ormai ad imperversare al grido di <<due-due>> degli inebriati tifosi. Al 40°, infatti, l’inesausto Gori sfiora il raddoppio ma poco importa. Poi, già al 42°, scoppiano i primi mortaretti dei tifosi giallorossi, con Seghedoni che comincia a fremere sulla panchina. Quando l’arbitro fischia la fine sembra ormai di essere al Maracanà. I giallorossi si abbracciano. I tifosi scendono sul terreno di gioco. Alla festa manca solo Seghedoni. Dov’è? Lo trova il portiere di riserva Elio Romeo, in lacrime, la testa tra le mani, in un angolo della panchina…
“La folla –bbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questi belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere”.
Umberto Saba (in “Goal” )
Catanzaro grande amore
A Catanzaro, un’intera città impazzisce di gioia: sfilate di macchine clacsonanti, striscioni di tutte
le fogge, bandiere ai balconi e alle finestre, tutti, anche le persone anziane, le donne e i bambini, si
riversano per la strada. Altri cortei arrivano da molti centri della regione, anche dai più lontani. E’
una festa senza eguali e, anche, irripetibile.
I calciatori, provenienti da Napoli alle 3,28 del mattino, sono attesi alla stazione di S. Eufemia
Lamezia da migliaia di tifosi vocianti, inneggianti, felici. Un vecchietto, in sala d’aspetto, dice che
tanta gente non la ricorda nemmeno quando arrivò il re e in Italia si era tutti monarchici. Nel
frattempo, arriva ad attendere la comitiva anche il presidente Ceravolo, giunto da Napoli in
macchina ma senza alcuna voglia di tornarsene a casa a riposare. Poi, ecco il treno! Ecco
Seghedoni. Ecco Mammì. Anche la bella luna lametina sembrava gridare “Forza Catanzaro”. Poi,
gli eroi del San Paolo, in piena notte, sono portati su Corso Mazzini, su auto decappottate, in
mezzo a due ali di folla che li osannano freneticamente. Nessun dorma, è la parola d’ordine. Sul
corso, incredibilmente, si sono radunate 3.000 persone. Quant’è lungo il corso, mezzo chilometro?
Sembra sterminato!
Su un camioncino un po’ scassatello, si vedono il presidente Ceravolo e il capitano Franzon.
I titoli sui giornali del giorno successivo allo spareggio, sono tutti a caratteri cubitali. Il “Corriere
dello Sport” riporta: “Catanzaro in Serie A: Evviva la Calabria”. La “Gazzetta del Sud” presenta
un titolo abbastanza simile: “Anche la Calabria nell’Olimpo calcistico”. Poi, all’interno del
quotidiano messinese, altri titoli a grandi caratteri: “Una città in delirio” e “Quasi un carnevale di
Rio”.
L’eco della grande impresa, naturalmente, non si spegne e continua per giorni: “Adesso il gran
calcio italiano passa anche per la Calabria”, titola ancora la “Gazzetta del Sud” del 29 giugno.
Poi, nel sottotitolo, riporta: “E’ particolarmente significativo che ben sei autentici purosangue
bruzii abbiano contribuito alla grande conquista, confermando, oltre tutto, la tenacia e la
passione che sono retaggio autentico della razza calabrese. La società era da tempo matura per il
salto”.
Da ricordare un ricco inserto del “Corriere dello Sport”, uno “Speciale-Catanzaro”, con molti
servizi, foto e interviste.
“Ceravolo e la squadra simbiosi perfetta!” è il titolo dell’articolo dedicato al presidente
giallorosso, che lo stesso giornale premia, per l’occasione, come “presidente ideale”.
“Seghedoni ha sempre creduto nella Serie A: questa la sua forza” è invece il titolo del servizio
dedicato all’allenatore giallorosso.
“E il futuro? Parlano i tifosi: questo Catanzaro non retrocederà”, questo il titolo sull’articolo
dedicato ai tifosi, che raccoglie emozioni, pareri, pronostici sul futuro.
Le feste continuano senza sosta. Qualche giorno dopo la notte magica, lo stesso corteo di dirigenti
e giocatori è ripetuto alla luce del sole, dove i protagonisti giallorossi sfilano ancora una volta su
carri, camion e jeep.
Da Napoli sono fatti arrivare in treno 400 pulcini, 200 gialli e 200 dipinti di rosso. L’idea è di due
napoletani, madre e figlio, che poi li prelevano alla stazione, i poverini, per venderli sul Corso
Mazzini a 100 lire la coppia. Naturalmente, quelli verniciati di rosso, sono destinati a vivere al
massimo 24 ore.
Passa appena qualche giorno ancora e i tifosi si superarono: su Corso Mazzini è eretta una
gigantesca “A” di legno, “come un singolare Arco di Trionfo”, riporta la stampa. Resterà lì per
tutta l’estate.
Uno striscione lunghissimo, orgoglioso, grida al vento: “Viva Catanzaro, onore della Calabria”.
Ma non si fa festa solo a Catanzaro. Anche nelle altre città calabresi, gli sportivi locali inneggiano
alla squadra giallorossa e alla Calabria. “Il successo del Catanzaro deve affratellare i calabresi”, è
il titolo di un pezzo di Saro Ocera, che segue i festeggiamenti nella città di Cosenza. Ecco cosa
scrive il giornalista che, una tantum, si interessa anche di sport: “La promozione del Catanzaro in
A continua a essere, e a buon diritto, al centro dei commenti dei tifosi cosentini che, se da un lato
sognano una squadra sempre più agguerrita e capace di lottare per la Serie B, dall’altro vedono
appunto nella promozione del Catanzaro un fatto altamente sportivo che valica i confini di una
provincia per inserirsi nel contesto di una situazione regionale. E grazie a questa dimensione
regionale qui a Cosenza non trovano posto accesi campanilismi, che indubbiamente
sminuirebbero il significato e la portata dell’evento sportivo. Si plaude invece al fatto che per la
prima volta la Calabria è presente nel mondo del calcio con una compagine che milita nella
massima divisione (…). Nel pomeriggio, intanto, una carovana di tifosi giunti da Catanzaro ha
percorso le maggiori arterie cittadine. Componevano la carovana oltre cento auto pavesate con
bandiere e drappi giallorossi. Il corso Mazzini, chiuso nei giorni festivi, è stato aperto per
l’occasione. I partecipanti alla carovana hanno lanciato manifestini con la scritta “Catanzaro
ringrazia Cosenza per il magnifico e splendido tifo”. Si è voluto, così, ricambiare la sfilata di auto
che i tifosi cosentini avevano effettuato in città subito dopo il vittorioso incontro di Napoli che è
valso al Catanzaro la promozione in Serie A”.
Festeggiamenti molto chiassosi si svolgono anche a Paola, cittadina che ha tifato con immenso
entusiasmo per il Catanzaro, anche per la presenza nella squadra giallorossa del calciatore Alfredo
Ciannameo, nativo del posto: “Ieri sera la tifoseria locale ha festeggiato il suo beniamino: una
lunga colonna di auto ha preso il via dalla centralissima piazza IV novembre e, con le bandiere
giallorosse al vento, dopo aver effettuato un carosello per la città, ha raggiunto Catanzaro per
partecipare ai festeggiamenti organizzati nel capoluogo”.
I festeggiamenti, in tutta la regione e a Catanzaro in particolare, durano per settimane. Molti
particolari, fatti curiosi e manifestazioni di tifo, sono poi raccolti in un articolo del “Corriere dello
Sport”, che titola: “Giallorossi promossi per grazia ricevuta. Ecco cosa riporta il giornale sportivo
romano: “Tanti tifosi hanno dato vita a tanti piccoli voti che ci hanno riportato negli anni di
giubileo quando nella capitale del Cristianesimo giungono a piedi pellegrini, devoti salgono in
ginocchio le scale sante delle quattro basiliche, vegliano tre notti di seguito.
Lasciamo perdere chi si è dipinto i baffi di giallorosso, chi ha spazzato le vie del centro vestito dei
colori della squadra, chi si è improvvisato cantante e menestrello con il nome di “Cuky dei
Rogers”, chi dovrà pagare l’abbonamento all’amico scettico, ma come non sottolineare il
significativo gesto di chi, subito dopo la vittoria di Napoli, ha percorso a quattro mani il corso
Mazzini (il rappresentante Biagio Lucia) per raggiungere la Basilica dell’Immacolata a Piazza
Prefettura? E quanti hanno acceso ceri e ceri davanti le sacre effigi? E i tanti i cui nomi
appariranno tra un mese sui bollettini parrocchiali sotto la rubrica “per grazia ricevuta”? E
soprattutto i due giovani professionisti che hanno raggiunto a piedi il Santuario di Termini per
inginocchiarsi davanti la statua miracolosa della Madonna?”.
E’ davvero “la dolce follia del calcio a Catanzaro”, così come riporta un altro dei tanti titoli del
“Corriere dello Sport”.
“Festa è nell’aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa?”
Umberto Saba (in “Tre momenti”)