Di Adriano Macchione
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L’eroe giallorosso
Rivitalizzato dal pareggio di Napoli, il Catanzaro è ormai pronto per lo “sprint salvezza”. Si comincia con l’ormai salvo Bologna dell’anziano Bulgarelli e di Beppe Savoldi e con in panchina il “Mago di Turi” Oronzo Pugliese. Nelle fila felsinee gioca anche la mezzala calabrese Francesco “Ciccio” Rizzo (cosentino di Rovito). E’ già deciso che a fine campionato il Bologna lo cederà e qualcuno gli chiede se gli avrebbe fatto piacere a giocare con il Catanzaro. <<E’ prematuro parlarne>>, risponde il centrocampista. Che poi, combinazione, finirà davvero al Catanzaro. Quando si dice la premonizione. Non andrà secondo alcuni auspici, invece, il passaggio di Seghedoni al Bologna. Prima della gara, qualche giornale parla dell’interessamento della società
Rossoblu per il tecnico del Catanzaro, con relativo contatto. Nella società giallorossa qualcuno se
la prende a male, visto il momento. Comunque, a fine campionato, il conteso Seghedoni al
Bologna non ci finirà di certo.
Rispetto alla partita con il Napoli, l’allenatore giallorosso schiera un difensore in meno
(D’Angiulli) e un centrocampista in più (Braca). Naturalmente però, in campo i giocatori
giallorossi sono schierati con una maggiore predisposizione mentale all’attacco trattandosi di una
partita da vincere assolutamente. In panchina si rivede Mammì.
La gara è giocata per tutto il primo tempo quasi sotto ritmo, poi si va alla ripresa. “Al ritorno dagli
spogliatoi Seghedoni mandava in campo l’uomo dai gol storici, cioè Mammì. Per la verità,
l’accantonamento di questo attaccante, che spesso è escluso quando non rimane in panchina come
oggi, è destinato a costituire una delle più incomprensibili bizzarrie di questo campionato, se è
vero che appena è ricominciato il gioco, la presenza di Mammì ha puntualmente vivacizzato per
tutta la larghezza del fronte l’offensiva catanzarese che fino a metà gara era rimasta affidata al
solo minuscolo ma ecclettico Gori” scrive a commento della partita Mario Pennacchia sul
“Corriere dello Sport”.
Ma come va il secondo tempo? All’avvio della seconda frazione di gara Savoldi colpisce la
traversa. Catanzaro trema. Poi, dopo un lungo periodo di sonnacchioso agguato, ruggisce. Al 25°,
quando ormai la partita sembra incanalata verso un inevitabile 0-0, arriva infatti, e finalmente, il
gol della vittoria. Spelta lancia Gori che crossa al centro dell’area un pallone che sembra la lingua
di una vipera. Si avventano sul perfido cuoio, in un groviglio di uomini, Mammì e i difensori
bolognesi, ma spunta Banelli (con il numero 7) che schiaccia di testa davanti alla porta difesa da
Adani. E’ come il martello sul chiodo. Il pallone rimbalza pochi centimetri prima della linea
bianca, poi s’inarca in una strana parabola e s’infila nell’angolino alto sulla destra del portiere
rossoblu. I giallorossi, sbloccata la gara, resistono bene fino alla conclusione della partita. Al 90°,
poi, le orecchie sono tutte tese alle radioline. E arrivano finalmente i risultati degli altri campi: il
Mantova ha incredibilmente espugnato Firenze con un gol di Sauro Petrini a undici minuti dalla
fine, il Vicenza ha battuto la Sampdoria ad un minuto dalla fine con un gol di Maraschi su rigore,
il Verona ha pareggiato 1-1 a Napoli. Per il Catanzaro, dopo la bella vittoria sul Bologna, non
potevano venire notizie peggiori.
La classifica, comunque, volge egualmente al sereno. Questa, infatti, la situazione: Vicenza 21
punti, Catanzaro e Verona 20, Mantova 19, Varese 10.
Per il discorso scudetto, il Milan ha battuto il Torino che così lascia la vetta alla Juventus, di nuovo
capolista solitaria con 38 punti, seguita ad una lunghezza dallo stesso Torino e dal Cagliari, che
incredibilmente ha pareggiato al “S. Elia” con il derelitto Varese.
Poi, nei commenti sulla carta stampata, per Mammì, dopo le parole di Pennacchia, arrivano anche
quelle del Guerin Sportivo, che lo definisce “l’eroe giallorosso”.
I giallorossi a Malta con Mammì Corto Maltese
Il Catanzaro, con la promozione in Serie A e con la partecipazione per la prima volta nella sua
storia al massimo campionato, è ormai diventato un “fenomeno” di successo. In molti lo vogliono,
in tanti lo cercano, anche all’estero, dove c’è sempre qualche colonia di sportivi calabresi disposta
a farsi in quattro per avere i giallorossi ospiti per un’amichevole. L’ultima (e anche unica) uscita
all’estero del Catanzaro, fino alla stagione 1971-72, risaliva ormai ai lontani Anni Sessanta,
quando i giallorossi avevano partecipato alla Coppa delle Alpi. Ma ecco finalmente, in questo
1971, una nuova sortita fuori dai confini nazionali. Il Catanzaro è ospite a Malta, dove la
Domenica di Pasqua disputa un incontro amichevole contro la Floriana. I giallorossi sono reduci
dalla vittoria in campionato contro il Bologna, il momento è buono, le speranze rosee. La festa
maltese giunge come un giusto corollario. Sul campo, tra una premiazione e l’altra, il Catanzaro
vince facile per 3-0. Le reti portano tutte le firme di Angelo Mammì, che tra tante firme storiche,
aggiunge anche il titolo di bomber giallorosso più prolifico all’estero. I gol arrivano al 30° del
primo tempo e di seguito al 3° e al 29° della ripresa. “Terno secco di Mammì nel Catanzaro a
Malta”, titola il “Corriere dello Sport”. L’inviato? Vito Macrina. E già, perché con il Catanzaro in
Serie A, la classe giornalistica locale, oltre che in paradiso, va anche… all’estero.
Grazie Roma
Dopo la rinfrancante vittoria sul Bologna, il Catanzaro, alla terzultima giornata di campionato, è
ospite all’Olimpico di una Roma tranquilla che più nulla pare chiedere al campionato (occupa il
sesto posto in classifica a ben sette punti dalla Juve capolista).
E’, questa domenica, una giornata particolare. Due giorni prima a Punta Raisi è precipitato un DC 8. Si sono contati ben 112 morti. In questo domenica, invece, l’Italia va alle urne per le elezioni
anticipate. Questi gli argomenti sulla bocca degli italiani.
A Catanzaro, delle elezioni, importa meno delle altre volte. Importa più della squadra giallorossa e
della sfida all’Olimpico. Seghedoni punta al pareggio, e per riuscire nell’impresa sforna la stessa
formazione che era riuscita nello stesso intento al San Paolo di Napoli. Il primo tempo sembra dare
ancora una volta ragione al tecnico giallorosso, con la Roma inchiodata sullo 0-0. Nessuno, a
questo punto, immagina come invece andrà a finire.
Ripresa, 8° minuto e Roma in vantaggio con il centravanti Zigoni. Passano appena altri sei minuti
e la Roma raddoppia con Scaratti. Altri due minuti ed ecco il terzo gol ad opera di Franzot. E si è
appena al 16°. In pratica il Catanzaro è crollato di botto. Al 25°, dulcis in fundo, un’autorete di
Benedetto dà più che mai i contorni di batosta alla sconfitta della squadra di Seghedoni. Stupisce
molto i tifosi catanzaresi soprattutto il maramaldeggiare della Roma sul 2 a 0 contro una squadra
colpita chiaramente nel morale. Professionalità? Incontentabilità di Helenio Herrera? Screzi tra i
giocatori che hanno acceso l’animo dei romanisti? Forse un po’ di tutto questo messo insieme. Sul
“Corriere dello Sport” appare una foto emblematica: Zigoni, il solito stinco di santo, è a terra a fare
le solite moine e Maldera, un giocatore sempre corretto, gli strepita addosso, quasi istericamente.
La didascalia sottolinea che al Catanzaro “saltano i nervi”. Da tenere presente, infine, che il 4-0 ha
effetti devastanti sulla differenza reti, fatto da non trascurare.
Uno sguardo alle vicende della giornata: il Verona ha pareggiato in casa contro il Torino e il
Vicenza ha vinto a Mantova. In coda la situazione è la seguente: Vicenza p. 23, Verona 21,
Catanzaro 20, Mantova 19, Varese 11.
Le ipotesi sulla retrocessione, complesse fino a poche domeniche prima, si semplificano ora in un
solo dato di fatto: Catanzaro-Verona del turno seguente diventa un vero e proprio spareggio per la
salvezza. Per fortuna, prima dello scontro diretto, il campionato osserverà un turno di riposo.
Almeno, dopo le bastonate capitoline, per la squadra di Seghedoni ci sarà tutto il tempo per
leccarsi e curarsi le ferite e di riprendersi nel morale.
Un anno in un secondo
Giornata di sole, “Militare” stracolmo, 25.000 spettatori presenti, occasionissima per il Catanzaro
per un’altra partita storica. Ai giallorossi basterà vincere in questa partita per superare il Verona e
rimanere quasi sicuramente nella massima divisione. Un pareggio, invece, ancora più sicuramente,
significherebbe un’amara retrocessione in Serie B.
Seghedoni, durante la preparazione, cerca di far dimenticare alla truppa giallorossa la debacle di
Roma, da parte sua il pubblico dà ancora una volta una dimostrazione di grande attaccamento al
Catanzaro trascorrendo una vera e propria settimana di vivida attesa. Per quanto riguarda la
formazione, il tecnico giallorosso si affida al gruppo storico del Catanzaro, quello di tante
battaglie combattute con il cuore in mano. Restano fuori Silipo, Maldera e Zuccheri, rientrano in
formazione Braca, Franzon (dopo cinque gare) e lui, Angelo Mammì, l’eroe delle vittorie più belle,
al quale si chiede, tacitamente, un altro miracolo, uno dei suoi.
Sin dal fischio d’inizio, il Catanzaro prende naturalmente l’iniziativa. Il Verona, dal canto suo, si
difende bene, concentrato e grintoso. Mammì s’impegna allo spasimo. E’ “indemoniato e
concentrato”, come scriverà la “Gazzetta del Sud”. Addirittura è ammonito per scorrettezze, lui
solitamente molto corretto. Questo per dire che spende ogni energia fisica e psicologica per
regalare di nuovo la Serie A al Catanzaro e a Catanzaro.
Passano i minuti ma il gol liberatore del Catanzaro, comunque, non arriva. Concluso il primo
tempo sul nulla di fatto, i tifosi giallorossi rimandano il concretizzarsi del “sogno salvezza” alla
ripresa. Ma anche il secondo tempo, purtroppo, nonostante gli attacchi del Catanzaro (in verità
sterili e dai tempi lenti), non fruttano l’esito tanto sospirato, il gol scaccia-retrocessione. Al 21°, su
cross di Banelli, Mammì si butta sul pallone con il solito impeto. Pizzaballa, impaurito, esce alla
disperata. Scontro fra i due, con il portiere che riesce a smanacciare. Il pallone attraversa tutto lo
specchio della porta senza che Spelta e Busatta, accorrenti con il cuore in gola, riescano a toccarlo
di quel tanto per deviarlo in rete. Al 35° ancora Mammì in azione: uscita a vuoto di Pizzaballa e
pallone a cinque metri dalla porta sul quale il centravanti giallorosso si lancia per scaraventarlo in
rete. Arriva il difensore Ranghino e lo strattona. Per l’arbitro, tutto regolare. Al 43° scontro aereo,
ancora tra Pizzaballa, Ranghino e Mammì, con i due veronesi evidentemente terrorizzati dal
centravanti giallorosso. Il pallone, con la porta sguarnita, finisce sui piedi di Spelta che batte a rete
ma la sfera finisce addosso al corpo di Ranghino ancora a terra e l’azione sfuma. Una disdetta.
Sembra ormai finita ma l’ultima occasione arriva lo stesso, ed è la più grande di tutta la partita. E
arriva al momento giusto, quando, se sfruttata, non permetterebbe più al Verona di pareggiare, al
90° esatto, un momento che i tifosi presenti sugli spalti porteranno poi negli occhi per parecchio
tempo. E per parecchio tempo si intende decine d’anni. E’ l’ultimo disperato assalto del disperato
Catanzaro, ed è anche l’azione più veloce, più bella, più travolgente, perfino elegante di tutta la
partita. Il terzino Pavoni, uno che di solito non oltrepassa il centrocampo, avanza sulla sinistra e da
una trentina di metri dalla porta del Verona lancia il pallone in diagonale verso l’area. Siamo sotto
la Curva Ovest. Spelta con una finta lo lascia passare, Mammì, sulla destra, lo riceve e di prima
intenzione e con grande precisione lo rimette a sinistra verso lo stesso Spelta appostato a pochi
metri dal palo. La difesa avversaria è letteralmente squarciata. Spelta si avventa su quel pallone
sornione che attraversa tutta la porta sguarnita mentre il portiere Pizzaballa, in ritardo e preso alla
sprovvista, d’istinto gli esce incontro, più per prassi che per convinzione. L’attaccante giallorosso,
l’eroe di tante giornate, l’angelo vendicatore, è in chiaro e netto vantaggio. Pizzaballa si sente già
battuto, l’espressione è dell’uomo sul patibolo, la folla è sopraffatta dall’emozione e il cuore gli
salta in gola. E’ l’attimo fuggente: Spelta calcia con l’esterno del piede destro, la palla danza
davanti alla porta verso il palo opposto, da sinistra a destra. E’ una corsa senza fine, lunga quanto
tutto un campionato. Poi la corsa finisce. E finisce tutto. Assurdamente. Beffardamente. Con quel
pallone maledetto che si perde sul fondo, un fondo buio, triste, senza uscite. Spelta rimane a terra
con la testa tra le mani, il pubblico, ormai tutto in piedi, resta muto.
Il resto, anche nella sconfitta, è poesia: a fine gara Seghedoni piange in panchina, Spelta negli
spogliatoi è preso anche lui da una crisi di pianto tanto che bisogna sedarlo con un’iniezione.
Non mancano le chiacchiere gratuite. Come se non bastasse il fatto che che il Catanzaro sembra
avviato ad una ormai inevitabile retrocessione, qualcuno vuole per forza infierire.
All’indomani della gara, su qualche giornale si parla di una presunta aggressione subita
dall’arbitro Gonella. Bloccato in città mentre si dirigeva all’aeroporto, si scrive che gli è stata
distrutta la macchina e che per trovare salvezza è stato costretto a rifugiarsi in casa di un avvocato.
Il Catanzaro, con un comunicato stampa, smentisce categoricamente tutto. C’è stata appena
qualche manata sul cofano da parte di qualche ragazzo, poche persone, cose ormai all’ordine del
giorno in tutti gli stadi. Poi nient’altro. Anzi, per le strade cittadine è arrivato per l’arbitro perfino
qualche applauso, altro che macchina distrutta. Di distrutto, dopo questa partita, aggiungono gli
sportivi, rimane solo il sogno di restare in Serie A. E rimane il silenzio, irreale, che d’improvviso
ha avvolto un’intera città.
Qualche giorno dopo, qualcuno, parlando del centravanti giallorosso sul “Guerin Sportivo” scrive:
“…un tale diventato famoso per avere fatto un solo gol: alla Juve. Mammì.>>. Il grande poeta, uno che ne capisce su ciò che ci vuole per diventare famosi, è Arnaldo Mussolini.
Giornalista, figlio di Benito.