Classe 2007, cresciuto nel vivaio giallorosso, Raul Tassoni è tra i pochi catanzaresi doc della Primavera. La sua rete in Supercoppa contro il Lecco è già leggenda. E il meglio deve ancora venire
Nella notte in cui la Primavera del Catanzaro ha toccato il punto più alto della sua storia recente, un nome è emerso su tutti, limpido e vibrante come la traiettoria del pallone che ha incantato il “Mirabello” di Reggio Emilia: Raul Tassoni. Classe 2007, catanzaresissimo, cresciuto fin dai primi calci nel vivaio giallorosso, Tassoni ha firmato con una perla da cineteca una delle vittorie più prestigiose della formazione Under 19, quella della Supercoppa contro il Lecco, suggello di una stagione trionfale.
Il suo gol – controllo e tiro al volo da fuori area, palla che si infila all’incrocio dei pali – non è stato solo l’istantanea perfetta di un momento da ricordare. È stato, soprattutto, il manifesto tecnico ed emotivo di un ragazzo che incarna alla perfezione l’identità del club. Perché Raul non è solo un talento in rampa di lancio: è uno dei pochi catanzaresi presenti nella rosa della Primavera, un simbolo di appartenenza e di progettualità territoriale, in un calcio che spesso guarda altrove prima che dentro casa.
Raul Tassoni, dalla scuola calcio alla Supercoppa: un percorso lineare e autentico
La storia calcistica di Tassoni è quella di un cammino costruito con pazienza, sacrificio e continuità, tappa dopo tappa. Dai pulcini agli esordienti, passando per le categorie U15 e U17, Raul ha attraversato ogni livello del settore giovanile del Catanzaro, diventando nel tempo un punto di riferimento tecnico e umano per compagni e staff. Un’evoluzione che ne ha fatto un calciatore moderno, completo, maturo per la sua età, capace di leggere le situazioni con lucidità e di adattarsi a più ruoli in campo.
Nato come centrocampista centrale, con visione e pulizia tecnica da playmaker, Tassoni si è successivamente trasformato in mediano, sfruttando l’intelligenza tattica e la capacità di recupero palla. Oggi, nel suo ruolo attuale di difensore, unisce alla solidità fisica (grazie a un fisico già strutturato, circa 180 cm) anche la qualità del primo controllo, la precisione nel passaggio e una naturale propensione all’uscita palla al piede. Caratteristiche che lo rendono un profilo prezioso in chiave futura, non solo per la Primavera ma per tutto il progetto sportivo giallorosso.
Un talento da coltivare: pulizia tecnica, intelligenza tattica e spirito giallorosso
C’è un dettaglio che chi lo ha seguito in questi anni sottolinea spesso: Raul gioca con la testa alta, sempre. Che sia in mezzo al campo o a ridosso della propria area di rigore, ha la capacità rara di leggere il gioco in anticipo, di scegliere la giocata più funzionale alla squadra, senza mai cercare il colpo fine a sé stesso. E quando serve, sa metterci anche il fisico. Il tutto condito da un atteggiamento professionale, educato, silenzioso ma deciso. Uno di quelli che parlano coi fatti, più che con le parole.
Il gol in Supercoppa, una prodezza che ha fatto sobbalzare tifosi, addetti ai lavori e osservatori, è solo l’ultimo indizio di un percorso che sembra già segnato. Ma il talento non basta, lo sa bene chi lo allena e lo segue da anni. Servono costanza, concentrazione e la capacità di affrontare le prossime tappe con la stessa umiltà con cui ha affrontato le prime. In questo, Raul ha dalla sua non solo le qualità tecniche, ma anche l’appartenenza. Indossa quella maglia da sempre. È giallorosso da quando ha imparato a correre. E questo, in uno spogliatoio, fa la differenza.
Ne sentiremo parlare, ne siamo certi. Perché i gol belli contano, ma ancora di più conta la traiettoria di una crescita che rispetta i valori del club, il lavoro quotidiano e il legame con il territorio. Catanzaro può guardare con fiducia al futuro, sapendo di avere tra le proprie fila un ragazzo di talento che porta nel cuore, prima ancora che sulla maglia, i colori giallorossi.
