Pigliacelli 6.5 – Grande intervento su Pandolfi in avvio di ripresa. Ed è l’unica occasione in cui viene impegnato seriamente. Per il resto, sempre attento e sicuro, anche con i piedi, sbrogliando un paio di situazioni insidiose.
Brighenti 6.5 – Gara di grande spessore ed esperienza in difesa. Sempre essenziale, la sua presenza.
Scognamillo 6.5 – Alcuni interventi determinanti, soprattutto nel primo tempo. Il suo tasso agonistico e la sua pervicacia sono indispensabili per la squadra.
Bonini 7 – Sicuramente il migliore di un reparto difensivo già più che valido. Dalle sue parti, non si nota la benché minima sbavatura.
Cassandro 5.5 – Irretito soprattutto da Matino con un vasto campionario di scorrettezze e simulazioni, non riesce a spingere e a rendersi pericoloso come nelle più recenti occasioni che lo hanno visto protagonista ad alti livelli. (Dal 59’ D’Alessandro 6 – In appena cinque minuti, con una volata pazzesca sulla fascia crea una clamorosa occasione da gol che costringe il portiere avversario a una grande parata. Ma subito dopo è costretto ad uscire per infortunio. Giocatore di grande qualità ed esperienza, è molto, troppo in credito con la fortuna. (Dal 64’ Situm 6 – Non produce iniziative esaltanti, ma ha comunque modo di rendersi utile).
Pontisso 5.5 – Una gara a corrente alternata, per lui. A punte di buon livello per qualità e quantità, alterna pause che portano a un rendimento discontinuo e poco produttivo. (Dal 78’ Coulibaly s.v.).
Petriccione 6.5 – Il faro, il punto di riferimento del centrocampo giallorosso. Da ogni pallone che gioca, può nascere un lampo di genio, un’idea valida. Onnipresente.
Pagano 7 – Sta molto in fiducia e crede sempre di più nelle sue indubbie capacità tecniche. Fa vedere giocate di ottimo livello, prova a segnare in almeno due occasioni pericolose e da un suo lancio in verticale che finisce con il mandare in tilt portiere e difensore avversario, nasce il gol decisivo che consegna la vittoria ai giallorossi. Esce fra gli applausi, strameritati. (Dal 78’ Pompetti s.v.).
Quagliata 6.5 – Non è decisivo, ma non si può neanche pretendere che lo sia ad ogni partita. Ma ci prova continuamente, a rendersi pericoloso, con grandi doti di abnegazione e spirito di sacrificio. Fra i lampi di genio, un cross molto azzeccato sul quale Iemmello – diciamolo – poteva fare molto meglio. Per il resto, anche Quagliata è sugli scudi.
Iemmello 7.5 – Anche stavolta lascia la zampata vincente. Nel giorno di San Valentino, ricambia l’amore dei tifosi, sfruttando alla grande una colossale incomprensione della difesa veneta. Segna anche un altro, bellissimo gol, ma gli viene annullato per un motivo che merita l’ennesima, ampia, amara riflessione.
Biasci 5 – Torna in campo da titolare, ma gioca davvero pochi palloni e non riesce mai a rendersi davvero pericoloso. (Dal 59’ La Mantia 5.5 – Nonostante la buona volontà e l’esperienza, non riesce a incidere come vorrebbe. Anzi, si lascia pescare in un fuorigioco a dir poco discutibile, quando – ironia della sorte – nemmeno partecipa all’azione).
Allenatore Fabio Caserta 7 – Partiamo dalle note liete: il Catanzaro vince una partita ampiamente dominata sia dal punto di vista del possesso palla che da quello della pressione offensiva. La difesa è quasi sempre attenta e il centrocampo è superiore con la qualità di Petriccione e Pagano che la fanno da padroni. Iemmello prende il comando delle operazioni in area di rigore e ancora una volta risulta decisivo per il risultato, con la tredicesima rete stagionale. Insomma, una vittoria con un gol di scarto, ma il doppio vantaggio sarebbe stato il risultato più giusto.
Le dolenti note arrivano però dalla direzione di gara, e cioè dal mediocre signor Crezzini di Siena. Che il Cittadella fosse una squadra decisamente “antipatica”, calcisticamente parlando, si sapeva fin dall’inizio.
Ma l’arbitro si è adeguato alla situazione in negativo, tollerando un vasto campionario di ostruzioni, falli ignorati e simulazioni con effetti speciali da far impallidire Spielberg e George Lucas. Chi fossero i “cascatori” si era capito fin dall’inizio, ma solo l’arbitro non è stato minimamente capace di porre un freno a un contesto sempre più increscioso, per tutto l’arco della gara.
E veniamo al fuorigioco del secondo gol, talmente impercettibile (sempre ammesso che c’era) da non farci capire se riguardava il gomito, il ginocchio o il ditone del piede. Un offside da teatro dell’assurdo.
Che siano simulazioni sfrontate o fuorigioco di fantasia, la situazione generale, rispetto a certi argomenti, sta diventando grottesca e se Gasperini e Ranieri si lamentano, con piena ragione, in Italia e fuori, decisamente non possiamo dargli torto.