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mercoledì 11 Dicembre 2024

Quel numero nove e i suoi compagni – Capitolo XXII

Di Adriano Macchione

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Il nuovo Catanzaro

Esaurita la campagna acquisti, esaurite le premiazioni e i festeggiamenti, esaurite le amichevoli e
la Coppa Italia, finalmente è tempo di campionato.
Quale la formazione-tipo del Catanzaro da conservare nella memoria? Della difesa ipotizzata e
plasmata in estate, con Benedetto libero e Silipo stopper e Monticolo e D’Angiulli terzini, durante
il campionato non resterà quasi niente. Perso definitivamente Monticolo per le bizze del giocatore,
terzino destro sin dalla 1a giornata diventerà Zuccheri. Poi, al mercato novembrino, arriveranno
due nuovi difensori, Luigi “Gino” Maldera, di Corato (BA) ma trapiantato a Milano, 25 anni, dal
Milan e Franco Pavoni, di Ascoli Piceno, 29 anni, terzino, dall’Internapoli. I due nuovi difensori,
in pratica, soffieranno il posto a Benedetto e Silipo.
Altri acquisti novembrini, oltre a quelli di Maldera e Pavoni, saranno quelli di Andrea Bassi, di
Montefiorino (MO), 21 anni, mediano, dal Crotone e di Angelo Carella, di Bari, 21 anni, ala
destra, dal Matera. Alla stessa squadra lucana finirà invece Seghezza, acquistato a luglio e ceduto
dopo pochi mesi di permanenza nel Catanzaro senza aver debuttato in Serie A.
Per quanto riguarda l’attacco, a fine stagione Gori e Mammì conteranno grosso modo lo stesso
numero di presenze, giocando spesse volte insieme, al fianco dell’inamovibile Spelta. Altre volte,
quando Seghedoni opterà per una formazione più coperta, uno dei due resterà fuori, a vantaggio
del tornante Braca.
In linea generale, comunque, anche in questa stagione, come nella precedente, non si può parlare
di una vera e propria formazione-tipo, considerato che la differenza delle presenze tra un giocatore
e l’altro nei vari reparti alla fine risulta minima. Attenendosi alle cifre nude e crude, questo lo
schieramento formato dai giocatori che alla fine contano il maggior numero di gare.

Pozzani (16)
Zuccheri (23-1-3) D’ Angiulli (28-1-0);
Pavoni (23-4-1) Maldera (23-0-1) Busatta (27-1-0);
Gori (25-2-5) Banelli (30-1-2) Mammì (23-0-2)
Franzon (23-4-0) Spelta (30-2-0).

Gli altri giocatori utilizzati risultano:
Bertoni (14), Braca (19-4-1), Benedetto (16-1-0), Silipo (14-2-2), Bertuccioli (8-2-3), Carella (6-2-
2), Bassi (3-0-0) e Ciannameo (6-0-5).

n.b.: Il primo numero tra parentesi indica le presenze complessive del giocatore, il secondo quante volte è stato sostituito e il terzo quante volte è subentrato come 13°. In questa stagione, oltre al n°12, va in panchina un solo giocatore (con il n°13).

Sono molti gli esordienti in Serie A nelle fila del Catanzaro: Pozzani, Bertoni, Zuccheri,
D’Angiulli, Benedetto, Pavoni, Silipo, Busatta, Banelli, Franzon, Bassi, Mammì e Carella. In tutto, 13. Gli unici giocatori ad avere già calcato i campi della massima serie prima di questa stagione,
sono Maldera, Spelta, Bertuccioli, Braca, Gori (per pochissimo) e Ciannameo (in tempi molto
lontani).
Nelle fila giallorosse, nell’arco del campionato, si distingueranno in modo particolare il solito
Busatta che si dimostrerà giocatore degno di militare in qualche squadrone metropolitano, Banelli
ancora una volta straordinario e autore di ben 3 reti, Spelta che diventerà un vero condottiero per
squadra e pubblico e il giovane Zuccheri, autentica rivelazione. Senza grandi acuti ma abbastanza
buono risulterà il comportamento di Gori, Pavoni e D’Angiulli mentre a Mammì, ancora una volta,
firmerà i gol più importanti. A livello di massima serie, qualcosa verrà meno nell’efficacia di
Benedetto, Franzon e Braca, che comunque daranno il massimo delle loro possibilità anche se non
confermeranno quanto fatto vedere in Serie B. Più degli altri, però, sarà Maldera che darà molto in
meno rispetto al rendimento che tutti si aspettavano ma ben presto, nei campionati seguenti
diventerà una colonna della squadra. Con luci ed ombre il campionato dei due portieri Pozzani e
Bertoni, ai quali farà male, anche, l’altalena tra il campo e la panchina. Lontano dai livelli toccati
in Serie B, invece, il campionato disputato da Fausto Silipo, come confermeranno le sue non molte
presenze. Senza particolari acuti, invece, le prestazioni degli altri giocatori della rosa: il bravo
Bertuccioli che purtroppo pagherà lo scotto dal brutto infortunio patito nel campionato precedente,
il sempre disciplinato Ciannameo che però dovrà accontentarsi di poche presenze da n. 13, i
giovani Bassi e Carella che non manteranno le promesse anche se il primo potrà presentare la seria
giustificazione di un grave infortunio che ad un certo punto della stagione lo toglierà dal giro della
prima squadra. In definitiva una squadra comunque grande (se non nella tecnica, almeno nel
cuore) in un campionato di grandi.

La rosa del Catanzaro che affronta la Serie A.
Nella prima foto, nell’ordine: Spelta, Busatta, Benedetto, Silipo, Zuccheri, Maldera, Braca,
Pozzani, Scuderi (D.S.), Seghedoni (all.), Ceravolo (pres.), Bertoni, D’Angiulli, Pavoni, Gori,
Mammì, Banelli, Franzon, Martino.
Nella seconda foto, nell’ordine: Spelta, Busatta, Benedetto, Pozzani, Braca, Franzon, Silipo,
Zuccheri, Malderi, Pavoni, Gori, Banelli, D’Angiulli, Scuderi (D.S.), Ceravolo (pres.),
Seghedoni (all.), Sacco (all. in sec.), Mammì, Bertoni, Amato (mass.).
In entrambe le foto sono assenti Ciannameo, Bassi e Carella.
Alberto Spelta, Pierluigi Busatta, Michele Benedetto, Fausto Silipo, Luigi “Gino” Maldera,
Giampiero D’Angiulli, Franco Pavoni, Adriano Banelli e Roberto Franzon.
Il pres. Avv. Nicola Ceravolo, il Dir. Sport. Gaetano Scuderi,
l’allenatore Gianni Seghedoni, il massaggiatore Masino Amato.

Angelo Mammì…
è stato il Catanzaro e Catanzaro
alla mitica “Domenica Sportiva” di Alfredo Pigna,
ospiti per la prima volta (un traguardo!).
E’ stato il Catanzaro e Catanzaro sulla copertina dell’ “Intrepido”
e su “Famiglia Cristiana”.
E poi sull’album della Panini in Serie A e il settimanale “Giovani”
a dedicare un poster a colori di un metro per un metro.
Angelo Mammì, per la Calabria tutta, è stato un vero simbolo.
Non tanto per una carriera lunga e sfolgorante,
ma per quanto seppe fare in un arco di tempo molto breve,
ma denso di scintille e fuochi…

Esordio in casa Juve

L’avventura in Serie A del Catanzaro inizia sul campo addirittura della Juventus, la “Grande
Signora” del calcio italiano. Un esordio più difficile, però, proprio non poteva capitare. Difficile?
No, impossibile.
E’ la prima puntata del film più visto, del romanzo più letto. Niente e nessuno distoglierà il
pensiero dei calabresi in generale e dei catanzaresi in particolare dall’amata squadra giallorossa.
Nelle fila del Catanzaro, fino a poche ore dalla partita, appare certa l’assenza di Banelli,
infortunato. Al suo posto, Seghedoni sembra voler schierare Barbuto. Poi, in extremis, Banelli
recupera portentosamente e l’umile Barbuto va in tribuna. A Torino, sugli spalti, sono presenti
45.000 spettatori. “Un nuovissimo derby per la Juve” titola la Stampa di Torino, riferendosi alle
migliaia di emigrati calabresi residenti a Torino convenuti all’appuntamento, tanti da sembrare
quasi la tifoseria di una terza squadra cittadina. Poi si comincia. La Juventus è nettamente più
forte, si capisce. Ma è stranamente nervosa. Vuoi vedere che il Catanzaro gli fa paura?, si dice
sugli spalti. Ad un certo momento, le cose sembrano mettersi bene per i giallorossi. E’ appena il
28° del primo tempo e l’arbitro espelle Capello per plateali proteste dopo che in precedenza era
stato ammonito per un vistoso fallo da tergo su Franzon. Per il Catanzaro, undici contro dieci, un
bel vantaggio. Ma nonostante l’inferiorità numerica, i bianconeri sei minuti dopo, al 34°, si
portano in vantaggio con Anastasi che ridimensiona all’improvviso molti dei sogni giallorossi.

Juventus-Catanzaro (4-2). Spelta scende in campo.

Concluso il primo tempo sull’1-0 per la Juventus, nell’intervallo Seghedoni, che naturalmente non
si dà per vinto, incoraggia i suoi, tutto è ancora possibile, lo svantaggio minimo è ancora
rimontabile. Al 17° arriva per i giallorossi la grande occasione per pareggiare: corner di Gori,
Carmignani esce a vuoto, Braca è sul pallone a due passi dalla rete spalancata ma Spinosi, perso
per perso, lo spintona vistosamente. E’ un fallo da rigore grande quanto una casa. L’arbitro, però,
non vede e Braca se la prende di brutto contro Spinosi, strattonandolo con rabbia. L’arbitro,
stavolta, vede ma fa finta di niente per non espellere il giallorosso. Coda di paglia? Poi, nel giro di
pochi minuti, dal possibile pareggio, si passa al raddoppio della Juve, che arriva al 19° con una
rete del tedesco Helmut Haller. I giallorossi accusano il colpo e ancora due minuti dopo, al 21°,
subiscono addirittura la terza rete ad opera di Bettega. Al 30°, poi, Spelta accorcia le distanze e
segnò il primo gol del Catanzaro in Serie A. La partita si fa spettacolare: appena un minuto e al
31° ancora Bettega segna il quarto gol bianconero, poi ne passano altri tre e Gori, al 34°, sigla il
secondo gol del Catanzaro.
Finì 4 a 2, con un po’ di delusione nei tifosi giallorossi che prima della partita avevano sognato ad
occhi aperti un miracolo della squadra di Seghedoni, sull’onda ancora irrefrenabile dell’entusiasmo
della promozione.
Ma la Serie A, si sa, è tutta un’altra cosa rispetto alla Serie B. “Catanzaro: sconfitta inevitabile” è
il titolo della “Gazzetta del Sud” che giustamente esalta la forza di una grande Juve, uno
squadrone, quello, che in poco tempo farà epoca.

Juventus-Catanzaro (4-2). La formazione giallorossa. In piedi: Pozzani, Busatta, Zuccheri,
Benedetto, Silipo, Spelta; Accosciati: Franzon, Gori, Braca, Banelli.
Juventus-Catanzaro (4-2). Duello Spelta-Morini e un gol di Bettega che beffa Pozzani, Silipo e
Banelli ripreso da due diverse inquadrature. Poi la gioia del giocatore.
Giallorossi in allenamnewto a Soverato in vista del debutto casalingo con l’Inter.
Nella prima foto, l’allenatore in seconda Sacco con D’Angiulli e Zuccheri e nella seconda
Franzon e Zuccheri allenano Bertoni (di spalle).

Alla 2a giornata, arriva per il Catanzaro la prima storica partita in Serie A al vecchio glorioso
“Militare”. Ospite per la “grande inaugurazione” è l’Inter di Ivanohe Fraizzoli, fresca Campione
d’Italia con i suoi tantissimi campioni: Burnich, Facchetti, Jair, Bertini, Boninsegna, Mazzola e
Corso. Sembra un sogno averli a Catanzaro da avversari dopo averli ammirati per tanto tempo solo
attraverso la televisione.
Quanto eravamo fessi: qualcuno si chiese ad alta voce se il ponte di Catanzaro sarebbe stato
capace di mantenere il peso delle centinaia di pullman che contemporaneamente sarebbero
transitati per recarsi allo stadio. Si paventavano tragedie…
E ancora, qualcuno si chiese, e fece proseliti, se le nuove tribune ancora fresche di cemento
avrebbero retto l’onda dell’orda che le avrebbe invase e scalate. Magari terranno, dicevano i più
ottimisti, ma voglio vedere se terranno fino in fondo: puta caso che segniamo noi, salta di qua,
salta di la, qui va a finire che vengono giù…
Per fortuna, tennero sia il ponte che le tribune…
In vista di Catanzaro – Inter, con il passare dei giorni, l’attesa si fa vibrante. “Esplode l’entusiasmo
per Catanzaro-Inter” titola la “Gazzetta del Sud”. Moltissimi sportivi, oltre 2.000, attendono poi
all’aeroporto di Isola Capo Rizzuto l’arrivo dei nerazzurri. Per loro un’accoglienza piena di calore
umano e di viva curiosità. Quasi un trionfo. Poi segue da parte degli sportivi un continuo viavai
fino a notte inoltrata verso l’albergo di Soverato che ospita la comitiva milanese.
A Catanzaro, il giorno della partita, è uno spettacolo mai visto prima: lunghissime file di auto e di
pullman arrivarono da tutta la Calabria, la città è letteralmente invasa, la gente si reca allo stadio
fin dalle prime ore del mattino, “gente forse troppo vibrante d’entusiasmo se riesce a travolgere un
paio di ingressi e invadere le scalee con diverse ore di anticipo sull’orario della partita”, scrive
Manlio Galimi sul “Corriere dello Sport”. E infatti, prevista l’apertura dello stadio per le 11, alle
12 si registra già il “tutto esaurito”, con relativa chiusura dei cancelli ma alle 13 dei cancelli non ne
rimane uno in piedi.
L’incasso è di 65 milioni, la metà di quello complessivo di tutto il precedente campionato di Serie
B. E il cassiere si lamenterà pure, per una perdita secca di quasi 30 milioni, per i molti
“portoghesi” e i moltissimi entrati “di forza”.
Per la ressa ai cancelli, si verifica qualche disordine e ci scappano anche due arresti. Anche perché
il servizio d’ordine si rivela abbastanza inadeguato. Nella notte, infatti, sono scoppiati disordini
politici per la solita storia del capoluogo a Reggio Calabria e ben 300 agenti sono dovuti partire
all’alba da Catanzaro verso la città dello Stretto a dar man forte ai commilitoni. E chi aveva
sognato di fare servizio allo stadio e vedere da vicino i campioni della Serie A, ci resta con un
palmo di naso. E con la paura di ricevere ben altro sullo stesso naso in quel di Reggio. Beato chi

Lo stadio “Militare” il giorno di Catanzaro-Inter,
debutto casalingo dei giallorossi in Serie A.
Catanzaro-Inter (0-2). Il presidente avv. Nicola Ceravolo in campo
e con Ivanhoe Fraizzoli, presidente interista, e Sandro Mazzola.
Giocatori giallorossi prima di Catanzaro-Inter (0-2): Pierluigi Busatta, Paolo Braca,
Adriano Banelli e Maurizio Gori, Michele Benedetto, Sergio Zuccheri e Fausto Silipo.

andrà dentro, dice un poliziotto di quelli partiti all’alba alle 14,30. Dentro lo stadio, cioè, precisò
subito.
Non mancano, comunque, indirizzati all’U. S. Catanzaro, gli auguri ufficiali del “Comitato di
Azione per Reggio Capoluogo”.
Il “Militare”, per chi c’è, presenta le nuovi vesti, dopo il restauro e l’ampliamento. Le curve e le
tribune sono “raddoppiate”, la curva denominata “Est” presenta in alto a sinistra una ridicola
protuberanza di gradoni (una specie di tribunetta aggiunta), i “Distinti” restano più o meno uguali.
Alla tribuna, comunque, manca ancora del tutto la copertura. Come sarà, si chiedono i tifosi?
Ospiti particolari, con posto riservato in tribuna, sono i 215 operai che avevano lavorato sotto il
sole e sotto la luna con turni continui per 59 giornate lavorative per avere l’opera pronta in
occasione dell’arrivo dell’Inter.

La formazione del Catanzaro che affronta l’Inter (0-2).
In piedi: Busatta, Zuccheri, Braca, Benedetto, D’Angiulli.
Accosciati: Banelli, Silipo, Gori, Franzon e Spelta.
Nella seconda foto, la tribuna, ancora senza la copertura.

Poi, finalmente inizia la gara. Piove e il terreno si presenta abbastanza pesante.
Il tifo sugli spalti è infernale. Il Catanzaro si schiera con la stessa formazione che ha esordito
contro la Juventus. Solo nelle ultime ore, però, Seghedoni ha sfatato i dubbi circa l’utilizzazione di
Silipo o Barbuto a stopper e di Banelli (ancora infortunato) o Seghezza a mezzala destra. Per
Barbuto, dopo quella di Torino contro la Juventus, sfuma un’altra grande occasione per esordire
nella massima serie (così come sfuma per Seghezza).
L’undici di Seghedoni tiene testa alla grande Inter e il primo tempo, molto combattuto, si chiude

Catanzaro-Inter (0-2). Pozzani all’erta, duello aereo Facchetti-Spelta mentre Silipo e
Boninsegna osservano, Benedetto controlla su Mazzola, Jair anticipa D’Angiulli.

sullo 0-0 dopo che il Catanzaro ha anche sciupato qualche azione da rete.
Nella ripresa, al 18°, sul “Militare” scende il gelo: segna l’Inter, che si porta in vantaggio con
Bedin. Sette minuti dopo Seghedoni sostituisce Braca con il più offensivo Ciannameo nel tentativo
di rinforzare l’attacco giallorosso per cercare di raggiungere il pareggio. Ma l’impresa non riesce,
anzi, a dieci minuti dalla fine, è ancora l’Inter ad andare in gol raddoppiando con Facchetti.
“Ingenuo il Catanzaro ma l’Inter ha tremato” titola la “Gazzetta del Sud”. E inoltre: “Spettacolo
indimenticabile, emozioni e tifo eccezionale nella prima partita di Serie A in Calabria”.

Gianni Seghedoni formato Serie A e la nuova panchina del “Militare”

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