Di Adriano Macchione
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C’è Mammì e anche il primo punto
Con zero punti in due partite, il Catanzaro è poi atteso da due trasferte consecutive. E no, avvio più
difficile davvero non poteva capitare. Dopo Juve e Inter, ecco il grande Cagliari di Riva, Albertosi,
Domenghini, Cera, Bobo Gori e Nené al “S.Elia” (il nuovo stadio costruito dopo la conquista dello
scudetto e inaugurato nella stagione 1970-71).
Nelle file degli isolani i più vecchi tifosi del Catanzaro ritrovano, come allenatore, Manlio
Scopigno, in un passato lontanissimo, per una stagione giocatore incompreso nelle fila giallorosse.
Un altro grande ex, molto più recente e fresco nella memoria, è il centravanti Sandro Vitali,
bomber dalla quotazione astronomica, affermatosi nel Catanzaro nella stagione 1966-67, esploso
definitivamente come goleador di fama nazionale nel Vicenza, ceduto alla Fiorentina a suon di
miliardi e poi, dopo una sola stagione in viola, quasi fallimentare, ceduto al Cagliari, dove si spera
in una rinascita del bomber.
“A Cagliari, per il Catanzaro un’altra partita impossibile”, titola “Il Tempo”, che poi nel
catenaccio riporta: ”Netta smentita sulla cessione di Mammì: imminente il rientro
dell’attaccante”. E infatti proprio a Cagliari Seghedoni ripresenta in formazione Angelo Mammì,
l’eroe principale della promozione, assegnandogli la sua maglia n° 9 con Spelta n° 7 e Gori n° 11,
con l’esclusione di Braca. In porta, inoltre, schiera Bertoni al posto di Pozzani. A parere del mister,
erano stati troppi sei gol subiti in appena due partite.
Il risultato della partita è un po’ la sorpresa della giornata: il Cagliari, il grande Cagliari di Riva
dato vincente dai pronostici della vigilia, è fermato in casa sullo 0-0 dal piccolo neopromosso
Catanzaro. E Angelo Mammì, per poco non fa centro al debutto in Serie A: punizione di Gori,
colpo di testa del centravanti giallorosso, volo a mano aperta di Alberatosi e il pallone beffardo
carambola sul palo. Peccato. Ad un minuto dalla fine è ammonito Franzon per simulazione. Simula
tanto bene il giallorosso che è costretto a farsi portare fuori a braccia e a farsi sostituire da
Ciannameo. “Grottesco”, scrive il grande Alberto Marchesi.
“Un Catanzaro esemplare”, è il titolo della “Gazzetta del Sud” che racchiude in breve l’ottima
prestazione fornita dai ragazzi in giallorossi. Il tifoso catanzarese si esalta, e quando il lunedì
successivo sente in televisione lo speaker che annuncia la notizia del giorno, immediatamente
crede che il riferimento è per il primo punto in Serie A del Catanzaro. Ma non sarà questa, la
notizia del giorno. Quando poi il tifoso la scoprirà, la troverà minima in confronto a quella del
pareggio al Sant’Elia: la Cina era entrata nell’ONU.
Per Mammì primo gol in Serie A
Nella seconda trasferta consecutiva, il Catanzaro di Seghedoni è ospite a Marassi della Sampdoria
di Lippi, Lodetti e Suarez, una squadra, in quel periodo, sempre in lotta per non retrocedere.
A “Marassi”, è presente in tribuna Giovanni Trapattoni, ex valoroso mediano del Milan, all’ultima
sua stagione da calciatore nelle fila del Varese. Appiedato, è mandato a spiare il Catanzaro,
prossimo avversario della squadra lombarda. In pratica, è questa la sua prima “esperienza” di
tecnico. E capita contro i giallorossi.
Seghedoni conferma la formazione che si è ben comportata a Cagliari e che anche in questa partita
non tradisce le aspettative.
La Samp va in vantaggio al 34° del primo tempo con Spadetto e conclude la prima frazione di
gioco sull’ 1-0.
Nella ripresa, al 9°, il Catanzaro perviene al pareggio. E’ lui, ancora lui, Angelo Mammì, ad
andare in rete battendo inesorabilmente il portiere Battara: Gori ubriaca sulla destra Negrisolo, poi
crossa e la testa del centravanti giallorosso è puntuale all’appuntamento con il gol. “Pronta la
replica di Angelo Mammì”, titola il Guerin Sportvo. “Bertoni e Mammì alfieri a Genova” è invece
il titolo del “Corriere dello Sport”.
Un buon risultato, dunque, il secondo consecutivo fuori casa, che porta il secondo punto in
classifica, per un bilancio in definitiva buono, considerato il tremendo inizio di campionato
regalato al Catanzaro dal computer.
Ottima, contro i giallorossi, la prestazione del libero Marcello Lippi: “In difesa dei blucerchiati
giostrava un Lippi davvero magnifico per posizione, per precisione di battute e…… d’anticipo. A
Lippi di questo passo saranno aperte le porte della nazionale con un tempo relativamente
breve…”, sentenzia dopo la gara il Guerin Sportivo. Che non l’azzeccò…
Sfuma la prima vittoria
Concluso il tour de force iniziale, il calendario presenta per il Catanzaro la partita che, sulla carta,
dovrebbe essere quella della prima vittoria nella massima serie. Arriva al “Militare” il Varese, una
provinciale che in quattro partite ha racimolato un solo punto e non sembra un avversario
particolarmente ostico. Sugli spalti sono presenti ben 15.000 spettatori. Seghedoni cambia
qualcosa nella formazione, mandando Silipo in panchina e schierando Ciannameo a centrocampo,
con Banelli che scala a terzino e con Zuccheri e D’Angiulli marcatori. La maglia n. 5 di Silipo va
al regista Franzon, ma è solo una bizzarria numerica.
Nelle file avversarie da rilevare la presenza di Giovanni Trapattoni, all’ultima stagione come
calciatore, che la domenica precedente aveva spiato i giallorossi a “Marassi”.
Il Catanzaro parte a spron battuto e dopo trentasette minuti di continui attacchi finalmente giunge
al gol: tocco su punizione di Gori per Franzon, cross calibrato e dal disegno geometrico, ponte
astuto di Mammì ed ecco irrompere in spaccata a pochi passi dalla porta l’onnipresente Banelli che
scaraventa in rete.
Nel secondo tempo la squadra di Seghedoni cerca di amministrare la partita, i minuti pian piano
passano, e sembra proprio che si riesca nell’intento di conquistare la prima vittoria in Serie A.
Sul finire, a dodici da termine, il tecnico giallorosso sostituisce una punta, Spelta, con il 13° Silipo,
un difensore, per rinforzare ulteriormente la difesa. Passano però appena cinque minuti e il Varese,
quando si è ormai al 38°, pareggia con il centravanti Carlo Petrini (che nella stagione seguente
diventerà il nuovo centravanti giallorosso): lo stadio rimane di sasso, a soli sette minuti dalla fine
sfuma la vittoria tanto attesa. Peccato. Da mordersi le mani…
Con in bocca l’amara delusione dell’inaspettato pareggio casalingo contro il Varese, il Catanzaro
ritorna a giocare in trasferta, ospite del Mantova, altra neopromossa dalla Serie B.
La gara tra le due squadre, nel campionato precedente, era stato una scontro tra grandi del
campionato. Nella nuova stagione, invece, diventa una normale gara tra provinciali.
A sostenere i giallorossi arrivarono da tutto il Nord Italia: pullman da Genova, Milano, Torino.
Arrivano, inoltre, tutti gli studenti universitari di Padova. Per Seghedoni si tratta di un ritorno su
quel campo che lo avrebbe voluto allenatore della squadra di casa. Al suo posto, invece, siede ora
il sostituto Renato Lucchi (che i tifosi del Catanzaro conosceranno poi bene nel campionato
seguente, quando per la seconda volta consecutiva prenderà il posto di Seghedoni, stavolta sulla
panchina giallorossa).
Nel Catanzaro ritorna nella formazione di partenza lo stopper Silipo e debutta il mediano Bassi, da
poco acquistato dal Crotone. Non sono della partita, invece, l’infortunato Franzon e Ciannameo. In
panchina, con il n° 13, fa capolino anche l’altro neoacquisto Pavoni (che entra nel secondo tempo,
al 25°, in sostituzione di Zuccheri, esordendo così, a 29 anni, in Serie A).
Il primo tempo vede un buon Catanzaro che impatta sullo 0-0. Nella ripresa, al 14°, sono invece i
virgiliani ad andare in vantaggio con un gol del centrocampista Maddé. Il Catanzaro, però,
reagisce con vigore e a sei minuti dal termine si riprende quello che la sfortuna gli aveva negato
contro il Varese: tocco su punizione di Mammì per Spelta (un ex del Mantova), grande botta ed
ecco il pareggio. Stavolta, la rabbia, rimane tutta degli avversari.
In classifica, dopo sei giornate, la situazione del Catanzaro non è poi tanto male. Infatti, le zone
basse della graduatoria trovano Cagliari e Napoli a 6 punti, Bologna e Verona a 5, Vicenza,
Catanzaro, Atalanta, Sampdoria e Mantova a 4, Varese a 2.
Considerato che su sei partite i giallorossi hanno giocato in casa solo due volte, e considerato
inoltre il difficilissimo inizio di campionato contro tre squadroni, si può essere ottimisti.
Una cosa, comunque, è già certa: il Catanzaro non è la squadra materasso che qualche solone della
vigilia aveva pronosticato. Il futuro, insomma, sembra roseo. Anche perché in programma ci sono
ora due partite casalinghe consecutive. L’obbiettivo ( o meglio, il sogno) è quello di conquistare
quattro punti. Ma già tre sarebbe un buon bottino che permetterebbe al Catanzaro di allontanarsi
dalla zona retrocessione.
Così, di ritorno da Mantova, il Catanzaro ospita il Vicenza. Sugli spalti sono presenti 10.000
spettatori, ancora una volta speranzosi della prima vittoria in Serie A, considerato anche il valore
dell’avversario chiaramente alla portata dei giallorossi, come la stessa classifica conferma.
Seghedoni mischia un po’ le carte per quanto riguarda la formazione: Pavoni è schierato dall’inizio
e debutta inoltre il nuovo acquisto Gino Maldera, un gigante di quasi due metri, uno che ha giocato
in Coppa dei Campioni, mica uno qualsiasi, attesissimo alla prova dai tifosi giallorossi e visto
come il toccasana dei problemi difensivi della squadra. Restano fuori Zuccheri e Silipo. A
centrocampo, confermato Bassi, si registra il gran ritorno di Arturo Bertuccioli, nuovamente
pronto a calcare i campi di calcio dopo il noto infortunio patito a Bari nel campionato precedente.
A cedergli il posto è Banelli, destinato alla panchina.
Il Catanzaro parta alla grande e al 14° si porta in vantaggio con Spelta, al terzo gol personale in
campionato. Al 24° il cannoneggiante Busatta colpisce il palo. Peccato, con un po’ di fortuna in
più la partita poteva essere già chiusa. Terminato il primo tempo sull’ 1-0, nella ripresa i giallorossi
cercano di amministrare il vantaggio. Ma, come contro il Varese, il giochetto non riesce. Al 21°,
infatti, il Vicenza giunge al pareggio con un gol di Oscar Damiani. Alla fine rimane una grande
delusione, soprattutto in Angelo Mammì che in questa gara spreca qualche facile occasione.
Evidentemente non attraversa un buon periodo di forma.
Ci si consola con una piccola nota positiva: il passo avanti in classifica, con Atalanta e Mantova
che restano dietro di un punto e con il Varese dietro di due.
Tre sconfitte consecutive
Nella seconda partita casalinga consecutiva il Catanzaro, ospita la forte Fiorentina di Clerici e Chiarugi. Seghedoni ripropone Banelli dall’inizio (con il n. 7) e ripresenta Franzon. Confermato Bertuccioli, gli esclusi sono Bassi e Mammì (che dopo la non brillante prestazione offerta contro il Vicenza va in panchina). Prima della gara, è premiato il capitano Roberto Franzon, alla 100a partita in giallorosso. Dopo un primo tempo conclusosi sullo 0-0, la svolta della gara arriva in avvio di ripresa. Al 6°, infatti, l’arbitro Michelotti di Parma accorda un rigore alla Fiorentina che Chiarugi realizza battendo inesorabilmente Bertoni. Il Catanzaro accusa il colpo, ma cerca egualmente di reagire. Seghedoni al 17° sostituisce Bertuccioli con Mammì per rinforzare l’attacco e cercare di scardinare la difesa viola. Ma è ancora la Fiorentina ad andare in gol al 31° con Clerici che chiude così la partita. <<Probabilmente se dall’inizio Mammì fosse stato in campo le cose sarebbero andate diversamente>> commenta un quotidiano del lunedì. Dopo questa sconfitta, peggiora inevitabilmente la situazione in classifica dei giallorosi. Questa la nuova situazione nei quartieri di coda: Vicenza e Napoli 7 punti, Verona, Atalanta e Mantova 6, Bologna e Catanzaro 5 e Varese 3. Per i giallorossi peggio non sarebbe potuta andare: due partite casalinghe e un solo punto. Qualcuno storce il muso.
Dopo il doppio turno casalingo, culminato con la sconfitta contro la Fiorentina, il calendario presenta per il Catanzaro una doppia trasferta. La prima, molto difficile, a Torino contro i granata del nuovo allenatore Giagnoni che veleggiano nelle zone alte della classifica a tre punti della capolista Juventus. Seghedoni esclude nuovamente Bertuccioli e rinforza il centrocampo con l’innesto di Bassi. Mammì, invece, non va nemmeno in panchina. Seghedoni per la maglia n. 13 sceglie il neo acquisto Carella. Il sogno di portare a casa un pareggio, per il Catanzaro, non dura molto. Al 32° del primo tempo, infatti, il Torino va in gol con il mediano Agroppi e per i giallorossi si mette male. Nell’intervallo Seghedoni inserisce, al posto del centrocampista Franzon, la terza punta Carella, piccoletto quanto… Gori. Il risultato resta però inchiodato sull’ 1-0, non si contano alcun tiro in porta dei giallorossi e quando al 90° l’arbitro fischia la fine, l’unica consolazione consiste nel dato che anche le altre squadre di coda hanno perso (eccetto l’Atalanta che ha vinto a Verona per 2-1), per cui la bassa classifica non subisce grosse modifiche e il Catanzaro, nonostante la seconda sconfitta consecutiva, non perde terreno nei confronti delle dirette concorrenti per la salvezza. Il Catanzaro, nella seconda trasferta consecutiva, è ospite sul campo di una neopromossa, l’Atalanta, che con la vittoria della domenica precedente a Verona, ha dato un bell’impulso alla sua classifica e ora attende i giallorossi decisa a conquistare altri due punti che l’allontanerebbero dalla zona retrocessione. Seghedoni da fiducia dall’inizio a Carella e, nello tempo, fa rientrare Mammì. Gli esclusi, rispetto a Torino, sono Bassi e Gori. La partita si decide già al 6°, quando l’Atalanta va in rete con il centravanti Magistrelli. Peggio non poteva cominciare. Concluso il primo tempo in svantaggio, nella ripresa il Catanzaro cambia faccia in difesa: entra Zuccheri al posto di Benedetto con il gigante Maldera che passa a libero. I giallorossi attaccano con molto coraggio ma non riescono a rimontare e arriva così la terza sconfitta consecutiva. <<Siamo dei polli>>, commenta Seghedoni, e la frase finisce per diventare uno dei titoli di un quotidiano sportivo del lunedì. Dopo questa partita, l’Atalanta esce, come in programma, fuori dalla lotta per la retrocessione. La squadra di Seghedoni, invece, ci si ritrovava invischiata fino al collo. Queste le posizioni di coda: Vicenza 7 punti, Verona e Mantova 6, Bologna e Catanzaro 5, Varese 3.