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venerdì 13 Dicembre 2024

Quel numero nove e i suoi compagni – Capitolo XIV

Di Adriano Macchione

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Con il Bari al “Militare” secondo gol storico di Angelo

Domenica 8 maggio arriva un’altra grande giornata di pallone. Giunge dopo una settimana di
tristezze e perciò più desiderata del solito. A Palermo la mafia ha puntato, per la prima volta, dritto
sulla Magistratura, assassinando il Procuratore della Repubblica Scaglione. A Genova è stata
rapita Milena Sutter, di 13 anni, un fatto che ha molto scosso gli italiani.
Ma nel ricordo riaffiora anche lo sport. Nino Benvenuti, l’8 maggio incontra per la seconda volta
Monzon e per la seconda volta perde senza attenuanti. E’ la fine di un mito, con il pugile triestino
che si ritira dall’attività. Monzon, invece, continuerà a maciullare avversari per anni.
E il Catanzaro? Il Catanzaro è chiamato ad un grande appuntamento, ospite il Bari. In Serie B è la
partita del giorno. Arriva, come detto, dopo una settimana di tristezze e perciò più desiderata di
altre partite. La domenica mattina i quotidiani dedicano alla sfida ampi servizi. Sul “Corriere dello
Sport”, in prima pagina, a caratteri cubitali il titolo riporta: “Catanzaro: big-match che vale la
Serie A”. Questo invece l’occhiello: “Lo Bello arbitrerà lo spareggio-promozione col Bari”.
All’interno, poi, un altro titolo: “Catanzaro-Bari: A in palio”.
Sugli spalti, in un pomeriggio di sole, si accalcano ben 11.000 spettatori, trepidanti e fiduciosi in
un buon esito della partita. Arrivano da tutta la provincia. In molti, addirittura da Cosenza, per
tifare Catanzaro.
Seghedoni manda in campo dall’inizio Gori e richiama in squadra lo “staffettista” Ciannameo. Non
trovano posto in formazione Massari e Braca. Quest’ultimo va in panca (per poi subentrare, al 20°
della ripresa, in sostituzione di Ciannameo).
Il Catanzaro parte all’attacco del fortino barese sin dai primi minuti di gioco, sospinto dal costante
incitamento del pubblico amico. Il gol arriva al 32°. “Saetta di Mammì” e “Ancora Mammì” sono
due piccoli titoli della “Gazzetta del Sud” del lunedì, che così descrive il gol: “Parte Gori che dà a

Catanzaro-Bari (1-0). Attacco dei giallorossi.

Busatta spostato in posizione di estrema sinistra e dopo aver superato Fara e poi un altro
avversario, serve al centro dove ci sono Spimi e Muccini: il primo stoppa male di petto e Mammì
gli carpisce la sfera e lestissimo colpisce di destro e Colombo, coperto dallo stopper e da Muccini,
si tuffa sulla sinistra con un attimo di ritardo. Tripudio sugli spalti e in campo con tutti ad
abbracciarsi attorno a Seghedoni”.
Due minuti dopo la segnatura giallorossa, capita al Bari l’unica opportunità da rete della partita:
una punizione di Pienti con Pozzani che aquilino vola altissimo e con una manata devia sopra la
traversa.Terminata la prima parte della gara in vantaggio, nella ripresa il Catanzaro si fa più
guardingo. Tocca al Bari, infatti, attaccare. Ma i contropiedi dei giallorossi sono entusiasmanti per
il pubblico e terrificanti per gli avversari. In più di un’occasione il raddoppio è fallito per un soffio.
In una circostanza, inoltre, Franzon e compagni reclamano anche un calcio di rigore.
Poi, con l’avvicinarsi del 90°, aumenta il tripudio. Il pubblico si alza dai gradoni, non c’è un solo
tifoso che resta seduto, sale l’incitamento finale. Poi, finalmente, scoppia la festa. Con sfilate
anche nelle vie della città.
“Catanzaro: la vittoria più bella” è il titolo della “Gazzetta del Sud” del lunedì.
Nel lungo articolo sul dopo-gara, sempre sulla Gazzetta, sono riportati alcuni episodi molto
significativi: “arriva questa volta Arturo Bertuccioli con alcune pregiate bottiglie di champagne.
Si brinda e il presidente Ceravolo improvvisa un discorsetto appropriato…”. E poi, ancora:
“Benedetto, nonostante la calottina di garza in testa si attarda a gioire con compagni, dirigenti e
tifosi, <<la testa, dice, mi fa male. Ma non ci penso. La bella vittoria mi ha alleviato il dolore. Andrò più tardi in ospedale a farmela aggiustare>>.

Catanzaro-Bari (1-0). Il poderoso Busatta cerca di sfuggire al pachidermico Fara.

La classifica, dopo Catanzaro-Bari, a cinque giornate dalla fine, dice: Mantova 43 punti, Bari e
Atalanta 40, Brescia 39, Catanzaro 38. I giallorossi, naturalmente, contano una partita in meno,
quella da recuperare con la Reggina. A tal proposito, è giunta la decisione di far disputare la gara
ancora una volta in campo neutro. La data stabilita è quella di giovedì 3 giugno, la sede lo stadio di
Firenze. Gli organi competenti, secondo la loro versione, sono giunti a tale decisione in quanto le
autorità catanzaresi, già interpellate, non hanno concesso il permesso di fare disputare la gara il
mercoledì seguente, 12 maggio, sul terreno del “Militare”. Ceravolo ci resta male: <<Non chiedete nulla a me di questa decisione. Rivolgetevi piuttosto alle autorità locali>>.

Il Questore comm. Maselli, invece, respinge qualsiasi colpa: <<Da parte nostra non c’è stato alcun ostacolo. Le autorità locali non erano contrarie allo svolgimento della partita a Catanzaro, anche perché la situazione è alquanto tranquilla. La decisione è stata presa dall’alto>>.

Un vero peccato, comunque, perché con quel Catanzaro, e con quel “Militare”, sarebbe stata tutta
un’altra musica. A Firenze, invece, per i giallorossi sarà sicuramente una battaglia ancor più dura e
con molti pericoli in più per i giallorossi.
Poi, ben presto, si mette da parte anche la “questione recupero”. E’ alle porte la sfida in casa della
capolista Mantova. Meglio non pensare ad altro e concentrarsi su questa partita di vitale
importanza per il futuro giallorosso.

Catanzaro-Bari (1-0). Nella prima foto, Mammì in agguato in area.
Nella seconda, Gori cerca di sfuggire in dribbling al libero ospite Muccini.
Catanzaro-Bari (1-0). Nella prima foto, un’incursione di Maurizio Gori in area.
Nella seconda, gli abbracci dei giallorossi ad Angelo Mammì a fine gara.
Si riconoscono Roberto Franzon, Alfredo Ciannameo e il dottor Martino.

Nella tana del Mantova

Nella tana della capolista, Seghedoni conferma lo stesso undici iniziale della partita con il Bari,
con il solo innesto della clava Barbuto al posto del fioretto Silipo. La squadra giallorossa si
presenta in campo molto sicura di sé e concentrata. E non manca il bel gioco, anche se al 30° perde
per infortunio Mammì, l’eroe risolutivo di molte importanti partite: pallone a centrocampo,
Mammì va sulla palla per il facile controllo, Bacher ingegnoso interviene da tergo e mira alle
caviglie, per il fallo più perfido e meno visibile di sempre. Angelo è costretto alla resa, sostituito
da Braca.
Concluso il primo tempo sullo 0-0, al 2° della ripresa i giallorossi si portano in vantaggio con
Musiello che batte inesorabilmente il portiere rivelazione Recchi tra l’irrefrenabile tripudio dei
moltissimi emigrati presenti sugli spalti convenuti da tutto il nord dell’Italia. E’ un gol da cineteca:
un tiro forte da posizione angolata, quasi impossibile. Un tiro o un cross sbagliato? Il “furlan”
Musiello dice che era un tiro. Perché contraddirlo?
Il Mantova, punto sul vivo, reagisce immediatamente. Ma il Catanzaro regge e con il passare dei
minuti sembra proprio capace di riuscire nella bella impresa di espugnare il campo della capolista.
A tre minuti dalla fine, invece, i padroni di casa agguantano per il rotto della cuffia il pareggio con
un gol, guarda un po’, dell’“azzoppatore” di Mammì, lo stopper Bacher. Uno scippo, un furto.
Peccato, veramente peccato. “Se Bacher non avesse provveduto a toglierlo dalla contesa la partita
sarebbe potuta finire in modo del tutto positivo per il Catanzaro”, riporta il “Corriere dello Sport”.
Questa la nuova classifica: Mantova 44 punti, Bari 42, Atalanta 41, Brescia 40, Catanzaro 39,
Perugia 38, Arezzo 37, Modena 36.
A questo punto mancano alla fine del campionato solo quattro gare, delle quali la squadra
giallorossa ne deve disputare ben tre in casa. La Serie A, ormai, sembra davvero ad un passo…

Un baffone beffardo e tutto parve sfumare

Il 21 maggio a Genova è ritrovato il corpo senza vita di Milena Sutter, scomparsa 14 giorni prima.
L’epilogo della triste vicenda fa scalpore come pochi altri. Addirittura la storia della ragazzina è
musicata alla buona alla chitarra su un disco che macchine di ambulanti vendono in giro per i paesi
e le donne di casa acquistavano per poi sentirlo e commuoversi davanti al “Geloso”. Povera
Milena, la ripescano in mare. E tutta Genova, a mo’ di spettacolo, assiste sulla battigia, dai balconi
e dalle terrazze al triste recupero del corpo. Chi per pietà, chi per curiosità.
Di ritorno da Mantova, il Catanzaro il 23 maggio ospita il Monza del giovane allenatore Gigi
Radice, prima di due gare casalinghe consecutive, in un incontro da vincere assolutamente per
continuare a nutrire sogni di grandezza. Sugli spalti sono presenti novemila spettatori. Prima della
gara, sfila sul tappeto verde una banda musicale del luogo: l’entusiasmo per il sogno della
promozione diventa ogni giorno più palpabile. Nelle file giallorosse rientra Silipo mentre è assente
Mammì. Torna quindi in formazione Braca con il n. 11 mentre Ciannameo prende l’insolita maglia
n. 9. In panchina si rivede invece il giovane Barone (che poi entrerà a dieci minuti dalla fine al
posto di Ciannameo). La partita si sviluppa a senso unico, con il Catanzaro che attacca sin dal
fischio d’inizio e al 16° si porta in vantaggio con Ciannameo. Ecco la descrizione della rete sul
“Corriere dello Sport”: “L’azione, dopo una massiccia pressione con un gol quasi fatto e fallito da
Busatta al 14° a porta sguarnita (per citare l’azione più clamorosa), prendeva le mosse da un
calcio piazzato per un fallo di Reali su Ciannameo: toccava Franzon dal lato minore del
rettangolo sulla sinistra per Ciannameo che avanzava di qualche metro e poi calciava con palla a
spiovere. I brianzoli già superati reclamavano il fuorigioco ma l’arbitro non si lasciava intimidire
e indicava il centrocampo”.
Seguono moltissime altre occasioni da rete ma il primo tempo si conclude solo sull’1-0. Poi, nella
ripresa, giostra ancora un Catanzaro padrone del campo che fallisce “facili occasioni” e un Monza
che, seppur all’attacco, non si rende mai pericoloso. Niente lascia presagire una nuova debacle
giallorossa, eppure, così com’era successo a Massa Carrara e Mantova, gli ultimi minuti diventano
fatali. Nel pieno della festa, ecco un cross del terzino sinistro del Monza, un certo D’Angiulli, un
tipo irrefrenabile e con un paio di baffoni da fare invidia a Buffalo Bill. Saltano per colpire di testa
due giallorossi ma si ostacolano a vicenda e sul pallone si lancia in acrobatica rovesciata
l’attaccante Mondonico che infila quasi all’incrocio dei pali alla sinistra del rattrappito Pozzani.
Sugli spalti scende un silenzio irreale, lunare. La gente, di fronte a tanta sfortuna, non riesce a
tirare fuori il più semplice commento.
Il bilancio della giornata, infine, è tutto nel titolo, amaro e veritiero, del “Corriere dello Sport”:
“Che sciupone il Catanzaro”.
Questa la nuova classifica: Mantova 45 punti, Bari 43, Atalanta e Brescia 42, Catanzaro e Perugia
40, Arezzo 38, Modena 36. Davvero una grande occasione buttata a mare.

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