Pigliacelli 6.5 – Una parata prodigiosa nel secondo tempo, che ha perlomeno il merito di non aggravare ancora di più il divario dei gol. Assolutamente incolpevole sulle reti subite, senza nessuna ombra di dubbio.
Brighenti 5 – Incerto in fase di marcatura, ha una parte di colpa – anche se non la più grossa – in occasione del primo gol spezzino. In generale, è un Brighenti irriconoscibile. (Dal 70’ D’Alessandro 5.5 – L’unico cross decente di tutta la partita giallorossa lo fa lui. Ma nel complesso, non riesce neppure lui a sollevare la squadra dall’anonimato in cui è caduta sin dall’inizio della gara).
Scognamillo 5.5 – Francesco Pio Esposito è sicuramente un calciatore di sicuro avvenire, ma è anche un giocatore che usa tutti i mezzi, anche i meno ortodossi, per prevalere. Scognamillo lo controlla con difficoltà, ma almeno ci prova. Però non è impeccabile nemmeno lui.
Bonini 4.5 – Il gol avversario che sblocca il risultato nasce da una sua incredibile esitazione, quando si porta a spasso l’avversario per venti metri, in posizione “coperta” e “sicura” senza tentare il benché minimo intervento. Con un errore evitabile, lo Spezia ipoteca la partita.
Cassandro 5 – Timido, impreciso è sostanzialmente inefficace. Non azzecca né una sovrapposizione, né un cross. Nulla. I mezzi tecnici sono quelli che sono, ma lui riesce ad amplificarne la mediocrità.
Pontisso 5 – Se il Catanzaro regala ignominiosamente il pallino del gioco allo Spezia per quasi tutta la durata della gara, consentendogli di fare ciò che vuole e giocare al gatto col topo, la responsabilità è di tutto il centrocampo, compreso Pontisso, che ha sbagliato tantissimo.
(Dal 56’ Pompetti 6.5 – Merita un buon voto, perché è l’unico a metterci grinta e a cercare la via del gol, sfiorando la marcatura che avrebbe potuto ridare smalto in vista della partita di ritorno).
Petriccione 5 – Ci dicono che ha giocato in condizioni fisiche precarie, ma al netto delle attenuanti, si è trattato della peggiore partita da lui giocata in maglia giallorossa. Macchinoso e prevedibile, non riesce mai ad illuminare il gioco da par suo, neppure una volta. (Dall’80’ La Mantia s.v.).
Ilie 5 – Stavolta è stato decisamente poco convincente. Ha provato a proporsi con un certo spessore e livello tecnico, ma è sbattuto contro un muro di gomma, anche con sue responsabilità.
Quagliata 5 – Ci ha provato a rendersi pericoloso, ma anche lui è finito con l’arenarsi nel limbo di una gara assolutamente mediocre, quella disputata in generale da tutta la squadra. (Dall’80’ Buso s.v.).
Biasci 5 – Palloni giocabili pochi, tiri in porta zero. Questa è la fotografia della sua partita, decisamente sbiadita. (Dal 56’ Pittarello 5 – Entra con l’ambizione di fare meglio del compagno di squadra, ma nei fatti anche lui produce quasi nulla).
Iemmello 5 – Anche di lui ci giungono voci di condizioni fisiche non ottimali, ma nell’ambito di una partita così modesta gli alibi si fermano e finiscono qui. Ha all’attivo l’unico tiro in porta di tutta la gara, ma all’89’. E detto questo, abbiamo detto proprio tutto…
Allenatore Fabio Caserta 5 – I motivi di questa sconfitta casalinga si possono riassumere in due categorie:
1) Demeriti giallorossi
2) “Altri fattori”.
Iniziamo con i demeriti giallorossi, che amplificano oltremisura i meriti dello Spezia. Il Catanzaro gioca il primo tempo controvento, ma a differenza di altre volte non riesce a trovare alcuna contromisura. E i risultati si vedono al 45’: possesso palla risicato e confuso, ma soprattutto zero tiri e zero conclusioni nello specchio.
Buona almeno la tenuta difensiva, si pensa sugli spalti. Ma nel secondo tempo, con Eolo a favore, crollano anche le certezze del primo. Bonini e Brighenti regalano allo Spezia il gol del vantaggio su un piatto d’argento, ma poi arriva il raddoppio ospite su calcio di punizione. Però nulla cambia, perché a parte qualche lieve sprazzo di presenza, la prestazione giallorossa rimane confinata dell’ambito della più assoluta mediocrità. E la sconfitta appare inevitabile. Un gol avrebbe potuto regalare qualche speranza in vista di una partita di ritorno molto complicata, ma viene cercato solo all’ultimo e non arriva per poco. Rimane un buon campionato, al di sopra delle aspettative, ma anche un bel po’ di amaro in bocca.
Ma ora passiamo agli altri fattori, che – sia chiaro – non rappresentano un alibi per i grossi demeriti giallorossi, ma una constatazione. Memori delle due partite di campionato, temevamo i fallí continuativi, le palesi simulazioni e le perdite di tempo che fanno parte del gioco spezzino. E ci ha lasciato dei dubbi la designazione del direttore di gara, signor Bonacina di Bergamo, molto discusso, anche in Serie A. Dubbi fondati, perché dei numerosi falli, i più assurdi sono stati fischiati contro il Catanzaro.
Un esempio su tutti: a Buso, intorno all’82’ viene fischiato un presunto fallo che interrompe un’azione d’attacco potenzialmente incisiva. Eravamo vicinissimi e abbiamo visto chiaramente che il calciatore dello Spezia si è esibito in un tuffo degno più di una finale olimpica dal trampolino che di una partita di calcio. In compenso, almeno dieci fallí palesi in favore dei giallorossi sono stati costantemente ignorati dall’ineffabile Bonacina.
Non sappiamo se lo Spezia salirà in Serie A, non abbiamo la palla di vetro, ma saremmo tanto curiosi di sapere se e come ripeterebbe lo stesso “stile” di gioco.
I demeriti giallorossi esistono e sono stati evidenti, ma certe sottolineature sono d’obbligo e vanno evidenziate, per i 12.256 “testimoni” sugli spalti e i tantissimi altri che hanno seguito la partita in televisione o in streaming. A loro va la nostra attenzione e non smetteremo mai di sottolinearlo.