di Adriano Macchione
dal Capitolo XXIX di "Quel numero nove e i suoi compagni"
In Canada e negli Stati Uniti, sfida contro Pelè
Dopo la partecipazione al...
Era la fine di un ciclo. Era il momento degli addii. Era tempo di rifondazione. La Serie A, a parte l’epilogo agonistico negativo, aveva lasciato nelle casse sociali una caterva di soldi. Grandi incassi abbinati a stipendi come al solito striminziti e una campagna acquisti a costi quasi zero (eccetto la “folle” spesa per Maldera) avevano riempito gli scrigni e i forzieri della sede di Via San Giorgio. Ceravolo, a questo punto, capì che la Serie A era un affare. E che fece? Decise di riprovare a tornare immediatamente nell’Olimpo, senza perdere tempo, senza aspettare manna dal cielo, senza lungaggini di programmi a lunga scadenza.
Ultima giornata, ultimo atto, ultimo pianto. Il Catanzaro è terzultimo in classifica ad un punto dal
Verona quartultimo. I giallorossi vanno a San Siro contro il Milan, gli scaligeri sono impegnati
all'Olimpico contro la Roma.
A causa della differenza reti, il Catanzaro ha una sola combinazione a disposizione per riuscire ad
abbrancare la salvezza: battere il Milan a San Siro (privo di Rivera e di Rosato) in concomitanza di
una sconfitta del Verona a Roma. Ipotesi improbabile se si pensa che il Milan è secondo in
classifica insieme al Torino ad un solo punto dalla capolista Juventus e che, seppur con poche
probabilità di agguantare la capolista, deve pur sempre vincere in attesa di eventuali incidenti di
percorso della vecchia Signora.
Rivitalizzato dal pareggio di Napoli, il Catanzaro è ormai pronto per lo “sprint salvezza”. Si comincia con l'ormai salvo Bologna dell’anziano Bulgarelli e di Beppe Savoldi e con in panchina il “Mago di Turi” Oronzo Pugliese. Nelle fila felsinee gioca anche la mezzala calabrese Francesco “Ciccio” Rizzo (cosentino di Rovito).
E si va a Vicenza. Seghedoni richiama Silipo per rinforzare la difesa ed esclude la punta Gori che
va in panchina. I padroni di casa, ben consci dell’importanza della gara, giocano in maniera
abbastanza dura, costellando la loro partita di un vasto numero di falli. L'arbitro, nell’occasione di
scarso polso, lascia fare. La sfida, per i giallorossi, si mette male al 23°, quando il Vicenza si porta
in vantaggio con l'esperto Maraschi. Nella ripresa, gli uomini di Seghedoni scendono in campo
determinati ad agguantare il pareggio.
Dopo la splendida vittoria sulla Juve, il Catanzaro si reca a San Siro ospite dell’Inter. I nerazzurri,
Campioni d’Italia uscenti, occupano il quarto posto in classifica con 21 punti insieme alla Roma,
alle spalle delle capoliste Milan e Juve a quota 24 e del Cagliari a 22. I rossoneri, battendo a San
Siro il Varese, grazie allo scivolone della Juventus a Catanzaro, hanno raggiunto i bianconeri in
testa alla classifica.
Alla 1a giornata del girone di ritorno arriva al “Militare” la “Vecchia Signora” del calcio italiano.
E’ la Juventus di Furino, Morini, Salvadore, Causio, Capello, Anastasi e Haller, con il boemo
Vickpalek allenatore. L’intera metà della prima pagina del “Corriere dello Sport” la domenica
della partita presenta un grande titolo all’avvenimento: “Un Catanzaro serio e raccolto a
confronto della grande Juve”.
Reduce da ben tre sconfitte consecutive, il Catanzaro ritorna al “Militare”, ospite il Napoli di Zoff,
Sormani, Altafini e Improta, gli dei del Vesuvio. Ma c’è un napoletano che, in questi giorni, in
quanto a popolarità, li ha oscurati tutti in una volta, gli idoli di Napoli. Per avere un caso simile di
popolarità si dovrà aspettare “l’era Maradona”.